Esteri

Il giorno del giudizio di Israele: bombe a Doha su Hamas e i negoziati

Netanyahu e Katz hanno iniziato a preparare l'azione dopo la sparatoria di lunedì a Gerusalemme

di Ernesto Ferrante -


Israele ha deciso di superare lo stallo nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, eliminando fisicamente la controparte. L’obiettivo del raid aereo condotto dallo Stato ebraico su Doha, è stata una riunione dei vertici di Hamas che discutevano la proposta di avanzata dagli Stati Uniti. Il nome dell’operazione che gli israeliani hanno condotto in Qatar, utilizzando come “via libera” l’attacco terroristico a Gerusalemme est, è “Giorno del giudizio”.

La leadership del movimento islamico di resistenza, contrariamente a quanto riferito in un primo momento, è sopravvissuta all’attacco. Lo ha dichiarato all’emittente al-Jazeera Suhail al-Hindi, membro dell’ufficio politico del gruppo. A salvare la vita ai capi dei miliziani, sarebbe stata l’intelligence turca, che li avrebbe avvertiti di quello che stava per accadere.

Israele si assume la piena responsabilità dell’operazione

“L’azione di oggi contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione israeliana del tutto indipendente. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele se ne assume la piena responsabilità”. Così il premier Benjamin Netanyahu in una nota diffusa dal suo ufficio.

Il premier e il ministro della Difesa Israel Katz hanno iniziato a preparare l’azione dopo la sparatoria di lunedì a Gerusalemme, costata la vita a sei persone. Lo si legge in un comunicato diffuso dai media israeliani. Netanyahu e Katz “hanno deciso di eseguire le istruzioni impartite ieri sera alle Idf e allo Shin Bet”. Lo “sconfinamento”, a loro avviso, sarebbe “completamente giustificato alla luce del fatto che la leadership di Hamas è stata quella che ha avviato e organizzato il massacro del 7 ottobre e da allora non ha smesso di lanciare azioni omicide contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini, inclusa l’assunzione di responsabilità per l’omicidio dei nostri cittadini nell’attacco di ieri a Gerusalemme”.

Ben Gvir esulta

“Il sangue ebraico non è più abbandonato. La decisione che abbiamo preso di colpire coloro che ci hanno portato al massacro del 7 ottobre è un’altra decisione storica in una serie di decisioni importanti e storiche che abbiamo preso”, ha scritto su ‘X’ il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. “Un enorme ringraziamento al Creatore del mondo, al primo ministro, al ministro della Difesa e ai miei colleghi ministri del Gabinetto di Sicurezza per la coraggiosa decisione, e alle Forze di Difesa israeliane e allo Shin Bet per l’operazione professionale”, ha aggiunto Ben Gvir. “Inseguirò i miei nemici e li raggiungerò, e non tornerò finché non saranno annientati. Il popolo di Israele vive”, ha concluso il ministro estremista.

“Questo è un messaggio per tutto il Medioriente”, ha rincarato la dose il presidente della Knesset, il Parlamento israeliano, Amir Ohana, condividendo un video della pioggia di fuoco di Tel Aviv.

La reazione palestinese

Il vicepresidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Hussein Al Sheikh, ha stigmatizzato l’accaduto definendolo una “grave violazione del diritto internazionale e della sovranità dello Stato del Qatar”. Su ‘X’ Al Sheikh ha parlato di “una minaccia per la sicurezza e la stabilità nella regione”.

La Jihad Islamica palestinese l’ha bollato come “un atto criminale” che “non verrà tollerato” e di cui “l’amministrazione statunitense di Trump viene ritenuta responsabile”.

La condanna del Qatar

Il Qatar ha condannato “con fermezza il codardo attacco israeliano che ha preso di mira edifici residenziali che ospitano esponenti dell’ufficio politico di Hamas a Doha”. Per il consigliere del primo ministro del Qatar e portavoce del ministero degli Esteri Majed Al Ansari, si è trattato di un “attacco criminale che costituisce una palese violazione di tutte le leggi e le norme internazionali e rappresenta una grave minaccia per la sicurezza dei qatarioti e dei residenti in Qatar”.

Gli organizzatori della Global Sumud Flotilla, salpata con l’obiettivo di rompere il blocco a Gaza e portare aiuti ai civili, hanno fatto sapere di essere “determinati” a navigare verso l’enclave palestinese nonostante durante la notte scorsa siano stati colpiti da un “attacco con un drone” al largo di Tunisi. La partenza dalla Tunisia è prevista per oggi.


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