Attualità

Il granchio blu è un salasso: in 6 mesi danni per 100 milioni

di Ivano Tolettini -


A Porto Tolle, nel Rodigino, prima che il crostaceo alieno spadronnegiasse nei fondali si pescavano al giorno 300 quintali di vongole pregiate dop, adesso non si superano i 10 quintali e la tendenza è in diminuzione. Lo stesso avviene in gran parte della laguna veneta e più giù, in Romagna, nella sacca di Goro, dove anche qui la disperazione tra i pescatori regna sovrana. Federpesca parla di un danno che in soli sei mesi si aggira sui 100 milioni di euro. Ecco perché è stata accolta con sollievo dal mondo della pesca la decisione del ministro della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, di firmare i decreti per affrontare il disastro provocato dal granchio blu. Così si estendono anche alla pesca il Fondo di solidarietà nazionale dal decreto legislativo 102/2004, finora utilizzato per l’agricoltura. In questo modo si potrà prorogare fino a 2 anni le rate dei mutui e avere anche l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Il ministro Lollobrigida fa sapere che “era doveroso intervenire per i nostri operatori del Veneto e dell’Emilia Romagna che dalla scorsa estate sono alle prese con una emergenza senza precedenti che sta distruggendo il lavoro di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori che negli ultimi decenni erano riusciti a strappare dalla povertà una zona notoriamente depressa, trasformandola nel polo della venericoltura più importante d’Italia e d’Europa sia per produzione che per occupazione”.
Il granchio blu da decenni, i primi avvistamenti nel Veneziano risalgono ai primi anni Sessanta, è presente nell’Alto Adriatico, ma solo nel 2023 ha conosciuto l’esplosione che è diventata di dominio pubblico perché l’emergenza è diventata nazionale. “Il motivo dell’invasione – spiega il prof. Adriano Madonna, biologo marino dell’Università di Napoli “Federico II” – è che la temperatura del mare si è alzata e questi crostacei che prima non riuscivano a nascere adesso sono in grado di farlo perché sono specie euraline, cioè sono in grado di sopportare notevoli variazioni del grado di salinità dell’acqua”. Ogni femmina del granchio blu riesce a deporre fino a 8 milioni di uova e si comprende il motivo dell’esplosione di questa razza aliena che ha distrutto gran parte degli allevamenti di vongole dop in Veneto ed Emilia Romagna, e si teme possa riservare lo stesso trattamento anche alle cozze. “Davanti a questo fenomeno – rincara Emanuele Rossetti, biologo del Consorzio pescatori del Polesine – siamo per adesso disarmati, non sappiamo come superare l’emergenza”. Si comprende perché di migliaia di pescatori attendevano il provvedimento ministeriale come la manna. L’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura plaude per la firma del ministro Lollobrigida perché era un atto dovuto a un settore che fino all’invasione della scorsa estate era il primo in Europa. Nel Delta del Po si pescano anche 100 quintali al giorno di granchio blu, ma se un pescatore da 1 chilo di vongole ricava 10 euro, da uno del crostaceo solo 1 euro. Insomma, non c’è partita, oltre al fatto che l’alieno sta distruggendo l’ecosistema marino. “Adesso – sottolinea in una nota Coldiretti Impresa Pesca – è necessaria l’immediata attivazione dei decreti da parte degli enti preposti per trasformarli in aiuti concreti. Se questo non avviene in tempi rapidissimi le nostre imprese andrebbero comunque verso la chiusura”. Il governatore Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna afferma che è “un bene la moratoria sui mutui per le imprese e gli sgravi fiscali destinati ai settori pesca e acquacoltura, nel frattempo abbiamo messo a disposizione delle imprese danneggiate 1 milione di euro di indennizzi per la mancata raccolta delle vongole nel 2023 ed abbiamo previsto nel bilancio 2024 il pagamento alle imprese di un contributo di 1,5 euro al kg per la raccolta del granchio blu, fino a un ulteriore milione di euro. Serve una strategia nazionale efficace e concreta”.


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