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Il lato oscuro del Tamigi: 30 cadaveri rinvenuti ogni anno

di Martina Melli -


Il Tamigi, fiume simbolo di Londra, continua a restituire cadaveri alla polizia britannica. Almeno 30 corpi vengono recuperati ogni anno dai suoi fondali e, secondo le statistiche della Metropolitan Police, nei 10 anni tra il 2012 e il 2022 almeno 279 persone morte sono state ritrovate nel fiume. Il Thames, che si estende per quasi 322 km attraversando il cuore della città di cui è una parte fondamentale, custodisce un passato oscuro. Per più di quattro secoli infatti, pirati e criminali sotto processo venivano impiccati in quello che era noto come il molo delle esecuzioni sulla riva nord, dove la folla si radunava per guardare. I cadaveri in genere venivano esposti lungo il fiume, per essere visti dalle navi che entravano e uscivano dal porto. Negli ultimi anni il suicidio è diventato la causa più frequente di annegamento nel Tamigi (il 90%) ora diventato una “zona a rischio” della capitale. Nel 2018 sono stati registrati 688 casi di persone che hanno minacciato di buttarsi nel fiume e per questo motivo, da anni diverse squadre di pronto intervento e funzionari governativi tentano affrontare il problema. Nel 2019, persino il principe William ha sostenuto una campagna del Tidal Thames Water Safety Forum che chiedeva l’aiuto del pubblico per prevenire incidenti di autolesionismo nel fiume. Un membro della Marine Policing Unit di Londra, il servizio di navigazione responsabile della sorveglianza del fiume, ha dichiarato al Guardian che “il numero di corpi che recuperiamo è stato abbastanza costante per circa 50 anni”, come detto, un numero medio annuo di “circa 30”. Nonostante la tecnologia moderna generalmente aiuti a identificare le vittime attraverso il dna, c’è anche un lungo e misterioso elenco di decessi non identificati di cui non è nemmeno mai stata chiarita la dinamica della morte.
Non solo. Localizzare i corpi nel Tamigi non è facile e le unità specializzate nel ritrovamento dei dispersi non sempre riescono nell’impresa: ci sono sezioni di marea e non, e in alcune parti l’acqua si muove rapidamente. A volte i corpi vengono trascinati in mare o rimangono intrappolati in moli e chiatte. Altri vengono ritrovati mesi o anni dopo, se ritrovati.


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