Editoriale

Il lato sinistro di Giuseppi

di Tommaso Cerno -

Disegno di Giuseppe Fadda


C’è una domanda che mi frulla in testa. Perché, quando Conte parla, sembra di sinistra, mentre quando parla Letta sembra solo Letta che parla? Nel bla bla bla del Letticidio, la più acrobatica capriola all’indietro della sinistra nel Dopoguerra, si parla di sesso degli angeli. C’è quello del lavoro precario (come se un partito al governo da dieci anni si svegliasse adesso e qualcuno ci crede pure), c’è quello che è colpa di Renzi (ne ha tante, per l’amor di Dio, ma non questa) e c’è quello di una donna alla guida (che ormai vuol dire copiare la destra). Poi ci sono gli intelletti fini, quelli che hanno letto centomila libri e sanno tutto, ma poi non capiscono perché gli operai di mezza Italia votano a destra da anni. E ci sono quelli che dicono che in fondo va bene così, meglio piccoli ma padroni a casa nostra.

Come un pianeta morto, insomma, che si raffredda, la sinistra non solo non sa più vincere ma nemmeno discutere (che era la cosa che da sempre sapeva far meglio). Intanto, schifato da tutti, preso in giro per la pochette, dall’altra parte del mondo progressista, si stava congelando nel freezer del conformismo draghiano pure un altro signore, Giuseppe Conte. Finto a capo di un Movimento 5 stelle che dopo avere conquistato mezza Italia era finito al governo e si era frantumato in mille pezzi, perdendo consenso, appeal e credibilità di fronte ai suoi elettori.

Io non so dirvi se Conte è di sinistra o no, quando è solo in bagno e si guarda allo specchio (Letta di sicuro no), ma posso dirvi che nelle ultime settimane se fingeva, beh era un grande attore. Perché a girare per l’Italia come ho fatto io, che ho avuto la bella pensata di mette in edicola un nuovo quotidiano quando l’editoria è una roulette russa, la gente di sinistra ogni tanto la testa la alzava quando il Tg passava quel signore. E senza bisogno di dire che Giorgia Meloni è Mussolini, che sua nonna era la tata di Goebbels e che il suo cane è senz’altro un Doberman feroce che ringhia ai gay.

Allora mi domando: ma uno, dico uno solo dentro il Nazareno che – a memoria – sono tre piano di palazzina pieni di uffici, a cui sia venuto in mente non tanto di allearsi con Conte ma almeno di domandarsi: che cosa dice di così strano che lui sembra di sinistra e io no?

Non è una domanda difficile da farsi. E, a dire il vero, nemmeno la risposta è da Einstein. Ora, tralasciando tutti quelli che ripetono la filastrocca del voto di scambio sul reddito di cittadinanza (li tralascio perché quelli sì che non sono di sinistra) se una sinistra che si candida a governare un Paese vincendo le elezioni (perché a governarlo senza vincere sono i più bravi e questo lo sappiamo tutti) non si fa questa domanda, mi viene il dubbio che la vera rimozione che il Pd ha fatto in questi anni non è Renzi o Zingaretti ma l’origine di ogni suo male. E ciopè la grande frattura fra piazza e palazzo che si consuma lentamente, prima con i Girotondi di Nanni Moretti, poi con il popolo viola, poi con Grillo che viene cacciato dalle primarie Pd da Piero Fassino. E, obbedendo all’ex segretario Ds, si fa un partito che di fatto travolge ormai da 15 anni il Partito democratico. In un modo o nell’altro. Ogni volta che si vota.

Ecco che la girandola di nomi per il passaggio di testimone di Letta non mi solletica. Bonaccini, Schlein, ma mettici pure De Caro, Serracchiani o Pinco Palla. Tutte brave persone. Tutta gente perbene. Ma inutile se prima non si evoca il fantasma della sinistra dall’armadio in cui è stato ricacciato a forza di fare e disfare governi e non si risponde alla domanda sospesa. Perché Conte quando parla sembra uno di sinistra e invece Letta quando parla sembra solo Letta che parla?


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