Politica

Il M5s tra Di Maio e Conte cerca il nuovo presidente della Commissione Esteri

Ma Italia Viva non ci sta e chiede un summit di tutta la maggioranza. Sulla composizione dell’organismo si gioca il futuro del centrosinistra?

di Giovanni Vasso -



Si complica la successione a Vito Petrocelli in Commissione Esteri del Senato, il M5s si impantana tra i veti incrociati mentre Italia Viva incalza la maggioranza mettendo in discussione il fatto che la presidenza spetti “naturalmente” ai pentastellati.
La giornata di ieri è passata (quasi) invano. Perché il M5s ha lasciato sfumare l’ipotesi che, dopo Petrocelli, la poltrona da presidente della commissione Esteri venisse assegnata al senatore Gianluca Ferrara. Che sarebbe stato, immediatamente, impallinato dalla stessa maggioranza. Editore e scrittore, Ferrara non ha mai nascosto posizioni non proprio favorevoli agli Stati Uniti d’America. Inoltre, il suo nome sarebbe stato inviso alla componente M5s più vicina a Luigi Di Maio oltreché al sindaco di Bergamo Giorgio Gori che in un twitt ironico s’è chiesto se davvero il Pd fosse intenzionato a sostenere la corsa di Ferrara alla presidenza della Commissione.
Di Ferrara presidente, dunque, non se ne farà nulla. Ma Conte e i suoi non vorrebbero certo perdere una casella così importante e starebbero promuovendo la candidatura dell’ex capogruppo al Senato Ernesto Licheri. A cui, da parte sua, l’ala Di Maio opporrebbe la lombarda Simona Nocerino, già membro della commissione scioltasi per sbullonare Petrocelli dalla presidenza.
Intanto, per non sbagliare, il Movimento Cinque Stelle ha indetto una consultazione interna e ha aperto alle auto-candidature da parte dei senatori interessati a far parte della nuova commissione Esteri. Entro le 17 di ieri, le domande sono state inoltrate via mail al gruppo parlamentare del Movimento. E questa mattina saranno designati i nuovi membri ufficiali. Secondo i rumors che provengono dalle viscere di Palazzo Madama, il M5s non dovrebbe operare chissà che cambiamenti: verrebbero riconfermati tutti i membri uscenti (Paola Taverna e appunto Ferrara e Nocerino) mentre, oltre a Petrocelli, andrà trovato un sostituto per Alberto Airola che verrà dirottato verso un’altra commissione. Va da sé che con ogni probabilità uno dei due subentranti sarà lo stesso Licheri.
Nel frattempo Italia Viva passa all’attacco e contesta, con forza, che la presidenza della commissione Esteri al Senato sia un affare tutto interno ai Cinque Stelle. I renziani avrebbero intenzione di chiedere una riunione di tutta la maggioranza per mettere a punto gli equilibri della commissione stessa. Dato il particolare momento storico, caratterizzato dalla guerra tra Ucraina e Russia e quello che sembra affermarsi come un cambio di paradigma degli equilibri geopolitici internazionali, Italia Viva avrebbe intenzione di convocare un summit tra tutti i partiti per condividere le strategie per affrontare le sfide attuali al di là degli interessi partitici.
Insomma, la nuova commissione Esteri è diventata la trincea su cui, in piccolo, si combattono le due grandi battaglie concentriche che vedono l’ex creatura di Beppe Grillo protagonista. La prima, quella interna al M5s, in cui si sfidano a braccio di ferro Conte e Di Maio per la primazia. La seconda, che si gioca sullo scenario del campo largo dell’alleanza di centrosinistra, da cui discenderà la composizione effettiva della coalizione. Italia Viva parla alla nuora pentastellata affinché la suocera dem scelga: o il M5s oppure il Centro.


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