Scienza

COSE DELL’ALTRO MONDO – Il metaverso e i rischi dei salti tecnologici

di Andrea Nido -


“Il cambiamento è inevitabile e tiene fede alla realtà. Il metaverso è un’evoluzione naturale. Il cambiamento rende peccatori i santi, e viceversa”. Lo scrittore Robert C. Wilson, che sin da piccolo è stato affascinato dalla scienza e dalla fantascienza, con questa frase ci fornisce la sua personale interpretazione dell’universo digitale. Il metaverso, sotto ogni punto di vista, è uno spazio infinito nel quale muoversi, creare, pensare e, per ormai sempre più persone e aziende, vivere. La principale differenza tra il mondo reale e la sua replica digitale consiste nella struttura. Mentre il primo, funziona in modo analogico ed è strettamente legato alle leggi della fisica e dell’uomo, il secondo, essendo composto da zeri e uno frutto della programmazione umana, ha come limiti solamente quelli della nostra fantasia. Per definizione, quindi, non ha barriere se non quelle imposte dai suoi creatori. Il regista Steven Spielberg, nel film “Ready player one”, ne dà una dimostrazione quasi perfetta. La vita del protagonista si divide tra la realtà di una esistenza difficile condotta ai margini di una futuristica società e quella vissuta in Oasis, il metaverso digitale creato da due ideatori di videogiochi, in cui è un eroe e ha poteri incredibili. Il problema è che questo mondo così appagante dove i limiti, in ogni senso, non esistono, prima o poi ti fagocita, ti assorbe e ti risputa indietro nella realtà di ogni giorno, con i tipici effetti legati alla tossicodipendenza. Quelli di non poterne più fare a meno. Lì un Dio potente e immortale. Nella realtà uno qualsiasi, con tutti i limiti della condizione umana.
È iniziato tutto dai social network, dove nascosti da uno schermo, si può essere ciò che si vuole e fare praticamente tutto, e finisce nel metaverso. Dalla realtà bidimensionale la tecnologia ci ha trascinato in quella a tre dimensioni.
È stato, come per i nostri nonni, passare dalla televisione in bianco e nero a quella a colori. Ma ogni salto di tecnologia, purtroppo, ha sempre reclamato le sue vittime e, viste le notizie che quasi ogni giorno popolano i nostri quotidiani, anche questo pretenderà le sue. E non saranno poche.


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