Il ministro francese Lecornu: focolai di terroristi a due passi dal Mediterraneo
Sebastien Lecornu
Il colpo di stato in Mali del 2020 e quello in Burkina Faso del 2022 hanno indebolito la lotta al terrorismo nel Sahel e favorito la rinascita di un “focolaio di terroristi a due passi dal Mediterraneo”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu, in un’intervista rilasciata al quotidiano Var Matin.
“Quando la giunta ha organizzato un colpo di stato in Mali, ha smesso di combattere il terrorismo. Oggi il 40% del territorio maliano è nelle mani di gruppi terroristici armati che minacciano di ricostituire una forma di califfato”, ha ammonito Lecornu. “La situazione è fragile anche in Burkina Faso”, ha aggiunto il ministro, per cui non si tratta solo “di una questione di influenza, ma di sicurezza collettiva”. “Non possiamo non vedere che un grande focolaio di terroristi è ancora una volta a due passi dalle sponde del Mediterraneo”, ha denunciato.
I rapporti tra la Francia, ex potenza coloniale, e il Mali si sono incrinati dopo il golpe del 2020, con la giunta che ha portato Parigi a ritirare nel 2022 le proprie forze militari, presenti nel Paese dal 2013 per sostenere la lotta contro i jihadisti. Nel 2022 anche in Burkina Faso hanno preso il potere i militari, fino all’ultimo golpe, lo scorso 26 luglio, nel vicino Niger, dove Parigi è ancora presente militarmente. Tutti e tre i paesi sono da anni teatro di sanguinosi attacchi da parte di gruppi terroristici.
Interpellato sulla situazione dei circa 1.500 militari presenti in Niger, Lecornu ha risposto: “I nostri soldati sono abituati a situazioni complicate (…). Noi siamo in Niger perché impegnati nella lotta al terrorismo, su richiesta delle legittime autorità nigerine: questo è il cuore della missione!”.
Quindi ha concluso: “Non dimentichiamo che le vere vittime di quanto sta accadendo oggi sono soprattutto le popolazioni degli Stati africani interessati”.
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