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Il ministro Patuanelli: il made in Italy deve puntare su Dop e Igp

di Redazione -


Il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha partecipato oggi alla presentazione del rapporto Ismea-Qualivita 2021 sulla Dop economy. “I prodotti Dop Igp – ha spiegato – sono stati anche nel 2020 una componente fondamentale nell’affermazione del made in Italy sui mercati globali e motore di promozione e tutela delle eccellenze italiane. La nostra produzione agroalimentare è basata su qualità ed eccellenza”.

Patuanelli ha poi fatto una breve panoramica del prossimo futuro a livello Ue: “vedo tre grandi pericoli: innanzitutto la riforma del sistema delle Indicazioni di origine, che al di là del passaggio verso un istituto che si occupa di proprietà intellettuale, che significa – ha detto – la morte della reale tutela delle Indicazioni geografiche, è chiaro che quel percorso di riforma è destinato a ridurre il range di tutela delle Ig e l’Italia ora è coinvolta su due dossier (il riferimento è ad aceto balsamico e Prosek, ndr.) che di fatto non hanno incidenza economica rilevantissima, ma che possono rappresentare quella chiave per aprire un cassetto che poi non si chiude più di minor tutela della Ig”.

“Mi preoccupa – ha aggiunto – se passa il messaggio che non c’è più protezione reale delle Ig e dovremo tenere questo aspetto fortemente in considerazione come posizione italiana e cercare di tirare dalla nostra parte altri paesi che possono avere lo stesso problema, e penso a Francia e Spagna”.

“Il secondo elemento è quello che riguarda la giusta tutela della salute pubblica – ha detto Patuanelli riferendosi anche al prossimo voto sul Cancer plan – è chiaro che l’eccesso di alcol fa male, ma la moderazione è un valore assoluto che rappresenta un elemento centrale nella salute del singolo soggetto”.

Il terzo elemento riguarda la etichettatura. “Continuo a pensare che i cittadini – ha aggiunto ancora il ministro – hanno aumentato la loro sensibilità in termini di voglia di conoscere meglio quello che mangiano in tutti i sensi; più informazioni diamo ai cittadini più è facile che il prodotto di qualità possa aumentare il proprio valore e noi siamo i primi per qualità. Questa necessità di informazione non può essere relegata a un condizionamento del mercato. Sulla questione – ha concluso Patuanelli – c’è un dibattito molto acceso, che ha visto la posizione di diversi paesi cambiare in modo radicale. Francia, Spagna e Slovenia hanno chiaramente maggiore consapevolezza dei problemi in materia”.

 


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