Esteri

Il mistero del video del vice comandante di Azov

Il militare smentisce la sua resa ma poi arriva l’ordine di arrendersi

di Adolfo Spezzaferro -


È un mistero il video del vice comandante del reggimento Azov, Sviatoslav Palamar, nome di battaglia Kalina, che afferma di non essersi arreso e di essere (ancora per poco) nell’Azovstal. Mentre è confermata la notizia che in quella che appare una resa infinita deporranno le armi tutti i militari ancora nell’acciaieria, comandanti compresi, Kalina ci tiene a smentire la notizia di ieri della sua resa. Altre poche ore di gloria, insomma, visto che stavolta – a quanto pare – si arrenderanno tutti coloro ancora rimasti all’interno dell’acciaieria di Mariupol. Secondo un video diffuso oggi dal comandante di Azov Denys Prokopenko, i militari hanno ricevuto dall’alto l’ordine di smettere di combattere e di “salvaguardare” la vita del reggimento. In tutto questo, dal canto suo Palamar fa sapere a tutti che non è vero che si è arreso.
Certo è che questa guerra, come mai prima, è combattuta anche a colpi di disinformatia, in cui Russia e Ucraina, ex Urss, sono campioni assoluti. Per cui se da un lato la notizia che il vice comandante del glorioso Azov, che ha resistito per oltre 80 giorni all’assedio russo, si sia arreso fa gioco ai russi, la notizia che invece non l’abbia fatto rincuora gli ucraini. In verità, però, la smentita di Palamar è quasi inutile. Anzi, il suo video è “smascherato” dai fatti successivi. “Oggi è l’85esimo giorno di guerra. Io e il mio comando siamo sul territorio dello stabilimento Azovstal. È in corso un’operazione, i cui dettagli non annuncerò. Grazie all’intero mondo e grazie all’Ucraina per il supporto. A presto”, dice il vicecomandante e portavoce dell’Azov, in un video messaggio su Telegram rilanciato dall’agenzia Unian. Peccato però che l’operazione “segreta” si è rivelata essere la resa definitiva, ufficiale, richiesta da Kiev. E al contempo l’evacuazione dei corpi dei caduti nell’Azovstal. Il tutto in un déjà vu che rimuove un po’ di patina di mito in tempo reale che video e foto dall’Azovstal hanno costruito. A tal proposito, è confermata la notizia che il fotografo ufficiale dell’Azov, che tanto ha contribuito a glorificare in vita i combattenti asserragliati, è tra i militari che si sono già arresi. Un fatto che in qualche modo ci dà il polso di quanto al di là della propaganda poi quello che conta è chi si arrende e chi vince, almeno a Mariupol.


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