Il Nobel per la pace per il 2025 è andato a Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana. Per il Comitato del Nobel è una “paladina della pace coraggiosa e impegnata” e “una donna che tiene accesa la fiamma della democrazia tra crescente oscurità”. In Norvegia hanno fatto politica con l’armamentario linguistico-ideologico tipico del cosiddetto “export democratico”.
Si tratta di un’operazione politica
A confermare la “finalità” del riconoscimento è stata la stessa vincitrice con un post su X. “Questo immenso riconoscimento della lotta di tutti i venezuelani è uno stimolo per portare a termine il nostro compito: raggiungere la libertà. Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell’America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia. Il Venezuela sarà libero!”, ha assicurato la fondatrice di Súmate, con un vero e proprio manifesto del “regime change” a cui gli Stati Uniti “lavorano” da tempo nel Paese caraibico.
Machado è uno strumento da utilizzare contro Maduro
Una ingerenza negli affari interni del Venezuela, guidato da un presidente, Nicolas Maduro, che gode di un ampio consenso popolare. Dopo la vittoria alle presidenziali del 28 luglio 2024, Maduro ha fatto il bis alle elezioni legislative e regionali del 25 maggio 2025. Con l’82,68% dei voti, la sua coalizione si è aggiudicata 23 dei 24 governatorati e una robustissima maggioranza nell’Assemblea nazionale.
“Basiamo le nostre decisioni unicamente sul lavoro e la volontà di Alfred Nobel”, ha risposto il presidente del Comitato del Nobel per la pace, Jorgen Watne Frydnes, alla domanda di un giornalista sulle richieste avanzate da Donald Trump negli ultimi mesi per ottenere il premio. Il tycoon lo vincerà il prossimo anno.
La bocciatura, giustificata anche da ragioni di ordine squisitamente temporali, legate alla sua entrata in carica effettiva, ha comunque causato qualche malumore negli Usa. “Il Comitato per il Nobel ha dimostrato che antepongono la politica alla pace”, ha commentato Steven Cheung, portavoce della Casa Bianca.
Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha criticato la decisione di preferire Maria Corina Machado. “Il Comitato per il Nobel parla di pace, il presidente Donald Trump la rende possibile. I fatti parlano da soli. Il presidente Trump merita il Premio”, si legge in un post dell’ufficio del premier.