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Il Papa: “Vi prego, fermate i trafficanti” Zuppi “Accogliere chi ha perso tutto”

di Andrea Canali -

CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI PAPA FRANCESCO JORGE MARIO BERGOGLIO


Riecheggia in tutto San Pietro il messaggio di Papa Francesco sui migranti: “Fermare i trafficanti”. Una dichiarazione forte e che deve far riflettere quella del Santo Padre all’Angelus di domenica scorsa, il monito che devono essere fermati i trafficanti di essere umani, i quali in modo crudele trattano la vita umana con dispregio, facendo fare questi pericolosi viaggi a persone disperate che dopo aver pagato somme altissime e aver sofferto fatiche immani, rischiano di morire a poca distanza dalla riva e dal loro nuovo futuro, per il quale avevano deciso di rischiare, scappando spesso dalla guerra e della fame. Come non pensare che proprio domenica 5 marzo, si è tenuta una via crucis per ricordarli, che ha attraversato tutta la località di Steccato di Cutro, Crotone, terminando proprio nel punto dove è avvenuto il naufragio il 26 febbraio. Tutto questo è stato fatto in onore e rispetto di tutte quelle vittime innocenti, e di quei 250 migranti che il barcone di circa venti metri trasportava e che sotto il loro peso si è andato ad inabissarsi spezzandosi e togliendo la vita a 71 persone di cui parecchi bambini.
Sicuramente tale testimonianza colpisce perché sulla spiaggia tra i vari lumini vi era proprio la croce fatta con i residui del barcone affondato. Molta e sentita la partecipazione della gente, che si è messa a pregare per le anime delle vittime strappate alla vita inseguendo un sogno. Il Papa ha detto “Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti”. Tale affermazione è ancora più determinante in questa epoca orientata ormai verso un assoluto nichilismo, al consumismo e alla superficialità del denaro e della violenza a volte gratuita, nell’agire quotidiano dell’uomo. Bisogna tornare alla giusta dimensione della solidarietà umana che accomuna ogni popolo, ed ogni essere vivente, abbandonando l’indifferenza cosmica che accompagna questa epoca, andando al dì là di ogni steccato ideologico, politico e/o o religioso, e che le parole del Papa siano un faro per ognuno di noi, a cominciare dalle istituzioni. Anzi a tal proposito ricordiamo che le dichiarazioni del Sommo Pontefice sono state riprese proprio dal Primo Ministro Italiano Meloni che ha affermato: “Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni.
Come Governo le facciamo nostre”, e mentre ancora oggi i soccorritori, a distanza di giorni, continuano a recuperare i corpi degli ultimi dispersi sulla vicenda recentemente si è espresso anche il Cardinale Matteo Zuppi dichiarando: “Il grande problema è che quelli che sono affogati avevano diritto ad essere accolti, scappavano da una guerra, la maggior parte di loro probabilmente erano afghani, e quindi bisogna cercare che i rifugiati siano trattati come tali e quindi hanno il diritto di essere esaminati. Se noi neghiamo di fatto questo diritto, tradiamo tutta la consapevolezza che proveniva dalla Seconda guerra mondiale”.
Tale affermazione si può ritenere ancora più carica di significato in quanto è stata espressa durante un evento organizzato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (presso l’Auditorium della chiesa di Santa Chiara di Vigna Stelluti) per dibattere e confrontarsi proprio sull’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, L’incontro, apertosi in modo toccante con un minuto di silenzio voluto dal cardinale Zuppi per ricordare le vittime del naufragio di Crotone, ha visto lo stesso porporato con le dichiarazioni sopra riportate quasi voler replicare a distanza alle frasi del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che alle tv, parlando della tragedia, aveva detto: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”. Sottolineando che in questo caso l’imbarcazione non ha chiesto aiuto. Inoltre il Presidente della CEI ha voluto ricordare i quattro verbi principali utilizzati da Papa Francesco in merito alla questioni complesse e delicate delle migrazioni, che sono: “Accogliere, proteggere, promuovere, integrare”, quindi si è espresso dando una sua interpretazione e una sua intelligibilità del significato di tali parole aggiungendo: “cosa significa appunto governare il fenomeno, se governare il fenomeno è alzare il muro, non è governare il fenomeno anzi è pensare di ignorarlo, tradendo la sicurezza perché in questo modo è sicuro che avrai dei problemi. Il problema del governare il fenomeno è giustissimo, governare significa delle scelte, significa delle decisioni”.
Quindi dopo questa analisi e narrazione cosa ci possiamo aspettare dal prossimo futuro?

Sicuramente che si passi dal momento del dolore, a quello della umana riflessione, fino al concreto intervento (dei corridoi) riguardo all’accoglienza ed alla condivisione europea.

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