Politica

Il parco dei Pdsauri

La strategia di Letta e il ritorno dei sauri Dem

di Edoardo Sirignano -


Pd e Jurassik World sono sinonimi. Il Nazareno è un parco o meglio un partito costruito a misura dei suoi dinosauri. Servono, infatti, recinti sicuri per contenere ambizioni di giovani emergenti o meglio ancora quell’habitat, chiamato da Letta campo largo, che per nessuna ragione al mondo può essere intaccato. Dai capigruppo alla segreteria, tutto deve rispecchiare una biodiversità che che non ha alcuna intenzione di estinguersi. Stiamo parlando degli intramontabili leader, che dopo ogni tornata elettorale, batosta o vittoria che sia, sentono il bisogno di far sentire il proprio peso.

Il congresso
dei prestanome

Il Nazareno è il primo spazio che ogni grande rettile, per natura, deve dominare. Ecco perché Pierluigi Bersani resuscita Paola De Micheli. Stiamo parlando di chi era ministra nell’ormai lontano governo Conte, quando i dem erano ancora amici dei gialli. Lotta alla sopravvivenza è pure quella dei governatori del Sud. L’allosauro Vincenzo De Luca, che in Campania ha sbranato mezza classe dirigente, salva solo il figlio Piero. Il piano del padre è fare in modo che il rampollo lasci il nido salernitano per ambientarsi nelle praterie capitoline. Stesso discorso valer per il collega pugliese Michele Emiliano, disposto a sacrificare il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro pur di far sopravvivere la specie pugliese. C’è, poi, il discorso dei nuovi arrivati nel parco, non dissimili dai sangue freddo esistenti. Stiamo parlando del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il quale può contare su protezioni importanti o dell’emergente Elly Schlein. Il suo modo di comunicare col mondo ecologista ed Lgbt rispecchia perfettamente i versi di chi abitava il pianeta prima di lei.

I capibranco

Nel regno dei dem non esiste alcuna differenza tra capogruppo e capobranco. In un mondo difficile, dove quello che ha più denti tende a sbranare chi ne ha meno, non si può certamente dare il comando a un ventenne o un trentenne. Ciò può accadere solo nel Nord Europa, in Canada o in qualche altro mondo lontano dal Jurassik Pd. In questo contesto, serve mantenere equilibrio. Il moribondo Enrico Letta lo sa bene. La priorità è salvaguardare gli uscenti Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. Quest’ultima, secondo i più, non potrebbe sopravvivere in un contesto, noto per rapidità di evoluzione e capacità di superare gli steccati, come il Friuli. Bisogna metterla al sicuro. Stesso discorso vale per Nicola Zingaretti. Il governatore del Lazio, ormai 56enne e con qualche chilo in più, può essere salvato solo se spacciato per adolescente. Stesso discorso vale per qualche ministro uscente come Lorenzo Guerini, a cui bisogna dare un compito, considerando che l’intramontabile Dario Franceschini deve obbligatoriamente ricoprire un ruolo istituzionale. C’è, infine, l’incognita Goffredo Bettini. Dove collocarlo in un universo, dove non ci sono dicasteri come un tempo, ma solo umili caselle da capogruppo o poltrone di segreteria, ormai conosciute solo nei meandri delle chat.

I giovani vecchi

Nulla può essere nuovo nel parco più conosciuto dai bambini. Neanche i Gd. Vengono promossi solo quelli che indossano i vestiti dei genitori, che non hanno capacità di emergere. Basti pensare agli scivoloni dei vari Sarracino, La Regina e Scarpa prima del 25 settembre. I ragazzi Pd devono solo saper dire sì, conformarsi alla setta. Gli scientologist del Nazareno non possono e non devono mai adattarsi a un mondo che cambia rapidamente.


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