Esteri

Il patto sull’Oceano

di Giovanni Vasso -

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NARENDRA MODI PRIMO MINISTRO DELL'INDIA


La Luna che si specchia nei tre Oceani. Italia e India puntano allo spazio. Intanto, però tra un busto di Gandhi, gli inviti a rivedersi presto a Roma e una tarantella col sitar, Giorgia Meloni e Narendra Modi si mettono d’accordo sul mare e sulla terra. Oltre a sancire una serie di intese di natura commerciale e tecnologica, mettono definitivamente una pietra sul passato e sul caso dei Marò. Per farlo, Giorgia Meloni ha “invitato” l’India a cooperare all’operazione Atalanta, la task force Ue contro la pirateria. Contestualmente, la premier italiana sottoscrive la visione indiana “sull’importanza di un Indo-Pacifico libero, aperto e basato su regole, basato sul rispetto del diritto internazionale, della sovranità e dell’integrità territoriale, della libertà di navigazione e libero da coercizioni e conflitti”. Inoltre, Meloni ha annunciato che l’Italia aderirà alla Indo Pacific Oceans’ Initiative “perché crediamo che in un contesto internazionale basato sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale sia fondamentale la stabilità e la visione di un Indo-Pacifico rispettoso delle regole della sovranità e dell’integrità delle nazioni”. Per Meloni è un salto di qualità nelle relazioni indo-italiane, per Modi un successo importante. Per entrambi un accordo che spalanca le porte a una nuova strategia geopolitica ed economica. La via del Cotone è tracciata, l’India rafforza il suo ruolo leader di ponte tra il Sud Est asiatico e il mondo europeo. E l’Italia, che ambisce a sua volta a diventare il ponte tra gli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico, attraverso Suez e il Mediterraneo, si candida a giocare un ruolo da protagonista. Con Leonardo, l’eccellenza in fatto armi e aerospazio (e non solo), in rampa di lancio.

 

A suggello dell’intesa, Giorgia Meloni ha tenuto uno speech al Raisina Dialogue sull’importanza delle identità nazionali e sulla necessità di preservarle al cospetto di chi vorrebbe annullarle. Un intervento che sicuramente sarà piaciuto a Modi, leader nazionalista, legato alla way-of-life tradizionale indù. Intanto Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli esteri, ha presieduto il Business Forum italo-indiano. Dove si sono stabilite le alleanze e gli scambi. Nuova Delhi punta a rafforzarsi sull’automotive, sulle rinnovabili e l’agroalimentare. Roma sogna di entrare in un mercato già enorme ma in continua crescita con una netta e marcata propensione al digitale e all’innovazione. All’appuntamento c’erano tutti: dal direttore di Enel Grids, Antonio Cammisecra al presidente di Tecnimont India, Gianni Bardazzi; dal vicepresidente di Piaggio, Roberto Colaninno al Gruppo Ferrovie di Stato, con l`Ad di Italferr Andrea Nardinocchi; dall’AD di Leonardo International, Pasquale Di Bartolomeo all’AD di Telecom Italia Sparkle, Enrico Maria Bagnasco; dal direttore Operativo di India, Asia e Pacifico di Stellantis, Carl Smiley al presidente di Marelli India e della divisione Electronic Systems del Gruppo Marelli, Ravi Tallapragada; dall’AD di Fincantieri Cina, Fabrizio Ferri al presidente di Simest e direttore Affari Europei e Internazionali di Cdp, Pasquale Salzano; fino alla vicepresidente con delega all’Internazionalizzazione di Confindustria, Barbara Beltrame Giacomello.

Insomma, tra Italia e India può partire una nuova fase nei rapporti. Del resto, Giorgia Meloni e Narendra Modi, leader “nazionalisti” di due Paesi in cerca di una nuova identità, “si sono piaciuti subito”, come ha svelato il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli. Che, peraltro, ha sottolineato come, ai tempi dell’incidente dell’Enrica Lexie, le posizioni fortemente polemiche espresse dalla destra sul destino dei due marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, non erano “un atto contro gli indiani ma uno strumento per accertare le responsabilità delle autorità politiche italiane sul caso, da Monti al ministro Di Paola”. Per Cirielli: “Le incomprensioni tra i due paesi sono state superate soprattutto con l’avvento del governo Modi, che ha rimesso la vicenda sul piano giusto, quello internazionale”. Pace fatta. Oggi, Meloni e Modi, uniti nell’orgogliosa rivendicazione delle rispettive identità, inaugurano una fase nuova dei rapporti tra Italia e India.

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