Il peso delle aspettative e la leggerezza che non è mai superficialità
Un brano nato dal disagio e trasformato in libertà emotiva, consapevole e ricco di verità
S’intitola “Iconica” il nuovo singolo di Niveo (al secolo Marco Fasano), che sta letteralmente spopolando nelle principali hit-parade musicale. L’ennesimo, meritato, successo per cantautore nato e cresciuto in provincia di Pistoia, scelto lo scorso novembre da Laura Pausini come unico opening art per le due date all’Unipol Forum di Milano del suo World Tour. L’identità lo ha incontrato.
Niveo, come nasce “Iconica”?
Metaforicamente, nasce da una sensazione di disagio, da un momento preciso in cui ho scritto sul telefono quelle che poi sarebbero diventate le prime parole del brano: “Questo silenzio è scomodo, in piedi nel tram…” Ma anche dalla voglia di fuggire dal peso delle aspettative e da quelle responsabilità che, crescendo, aumentano a dismisura e che vorresti accantonare anche solo per una notte.
Qual è il messaggio che ti piacerebbe arrivasse a chi ascolterà questo brano?
Vorrei che arrivasse l’idea che la leggerezza non è superficialità. In un mondo che corre e pretende, saper vivere con leggerezza è forse uno degli atti più profondi e coraggiosi. Forse è questa la chiave per affrontare il futuro senza abbassare lo sguardo.
E la sfaccettatura di Niveo che, secondo te, non è ancora emersa?
Nell’ultimo anno ho lavorato molto per mostrare tutti i lati di me, soprattutto quelli più intimi. Da persona che è stata bullizzata, ho sempre avuto la tendenza a nascondermi dietro ai sorrisi, usandoli come arma di difesa. Oggi credo che siano poche le sfumature di me che non sono ancora emerse, e quelle mancanti sono quelle che sto esplorando proprio ora. Credo che la conferma arriverà con il mio primo disco. Mi sono scavato a fondo, ho analizzato vecchi comportamenti per capire cosa tendo ancora a nascondere. E rispetto a qualche anno fa, oggi non mi sento più un estraneo a me stesso. Sto imparando a conoscere anche i miei lati più oscuri e, come nelle canzoni del disco, a trasformarli in qualcosa da raccontare.
Molti si ricordano di te per la tua partecipazione al talent-show “Amici“. Tornando indietro lo rifaresti?
Sì, soprattutto se potessi rifarlo con la consapevolezza di oggi. Ma anche senza, direi comunque sì.
Ho imparato lezioni importanti. Affrontare la TV, il grande pubblico e la pioggia di critiche che a volte ne deriva è stata la sfida più grande della mia vita, e non nego di esserne rimasto scottato. Ma senza quell’esperienza, e senza le persone incontrate dopo Amici, come il mio manager Massimiliano Longo, non avrei la consapevolezza e la grinta che ho oggi.
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