Politica

Il piano B.

di Edoardo Sirignano -


Il governo M nasce nel caos. “Atlantismo o fuori dal governo”. Non utilizza giri di parole la leader di Fdi. Non si conoscono ancora le reali volontà del Cav, ma i più dicono che starebbe semplicemente resistendo ai colpi di chi vuole farlo fuori. Giorgia, intanto, lancia più di un semplice avvertimento all’alleati: “L’Italia con noi al governo, non sarà l’anello debole dell’occidente”. La priorità per Silvio Berlusconi, comunque, secondo quanto riferiscono le voci di Arcore, non sarebbe recuperare un rapporto con l’amico Putin, ma sbarazzarsi, una volta per sempre, di chi avrebbe tentato di rubargli l’amata creatura. Stiamo parlando ovviamente di Forza Italia.

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Arcore scopre la finta lista

L’ex premier è da mesi consapevole che il suo attuale braccio destro vorrebbe ripetere quanto non è riuscito né ad Angelino Alfano, né a Denis Verdini. Ecco perché bisogna uccidere il bimbo nella culla, evitando così che Bruto assassini il padre. Il traditore, questa volta, si chiamerebbe Antonio Tajani. L’ex presidente del Parlamento europeo, consapevole che il prossimo governo durerà cinque anni e probabilmente immaginando che età e acciacchi avanzino per chi lo ha lanciato in politica, avrebbe tentato il blitz della vita. Il listino, diffuso qualche giorno fa da una donna di peso del partito, quasi certamente un’aspirante ministra, secondo esperti conoscitori di Arcore, sarebbe stata un’invenzione per accreditarsi come alternativa qualora Meloni avesse pensato di non sottostare ai diktat di chi per la prima volta la nominò ministra. Una strategia, però, che non passa inosservata a chi ha inventato il centrodestra. Parte, quindi, nella giornata di martedì, il piano B o meglio ancora la rappresaglia.

Il Cavaliere resistente

La prima mossa è non far eleggere capigruppo concilianti, ma suoi veri fedelissimi o meglio ancora carri armati. Non a caso fa votare per acclamazione il suo megafono Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia. Un duro colpo per Paolo Barelli, parente di Tajani, che aspirava al bis a Montecitorio, così come per qualche amico del romano che voleva la promozione a Palazzo Madama. La seconda mossa, poi, è ricordare al mondo l’amicizia con Putin. Basta nominare solo il nome del presidente russo per fare in modo che la Meloni tolga dalle caselle destinate agli azzurri la Farnesina. Un premier, vicino alla Nato e agli americani, certamente, non può dare il ministero degli Esteri a un esponente del partito di chi non rinuncia a esternare il canale diretto col Cremlino. Berlusconi è pronto a smentirlo solo nel momento in cui sarà chiusa la partita del governo e quindi potrà vedere i suoi nelle caselle desiderate e non chi invece intendeva dargli coltellate alle spalle. Il Cav, dicono voci di palazzo, che avrebbe già dato una bozza di governo a Giorgia, la quale nei fatti l’avrebbe già accettata. La leader di Fdi, infatti, non può perdere più altro tempo. La squadra deve essere chiusa entro martedì, termine ultimo per non perdere la credibilità degli italiani. Ecco perché la politica, alla vigilia delle consultazioni, che inizieranno in mattinata e in cui non apparirà niente di tutto ciò, starebbe chiamando gli esclusi per tranquillizzarli rispetto al proprio futuro. Secondo voci di palazzo, rispetto al toto, diffuso a reti unificate, il partito più votato dagli italiani avrebbe lanciata qualche “nome di facciata” per coprire appunto quelli “veri”, in modo da non farli bruciare. Potrebbero esserci dubbi, ad esempio, sulla promozione di Matteo Piantedosi. Perché lanciare l’ex prefetto di Roma diversi mesi prima delle elezioni? Stesso discorso vale per Guido Crosetto. Chi viene indicato come titolare del Mise ha davvero tutto l’interesse a ricoprire un ruolo definito dai più scomodo? Il fondatore di Fratelli d’Italia, considerando la sua credibilità, sarebbe certamente più utile come uomo ombra. Non sono, pertanto, da escludere i cosiddetti inserimenti dell’ultimissima ora. Un maestro, in tal senso, è Gianfranco Rotondi, bravissimo a vincere le partite del novantesimo minuto. Finanche sui ruoli, c’è qualcosa che non torna. Ci sarebbe, ad esempio, più di qualche scettico sul dare a Fitto l’Europa. L’ex governatore pugliese sarebbe meglio spenderlo come bandiera per il Sud, soprattutto se il Nord sarebbe già stato consegnato alla Lega. Il tutto poi deve conciliare con le nuove richieste del Cav. Cattaneo, si vocifera, sia un semplice capogruppo a tempo, utilizzato per la guerra e poi promosso a chiusura match. Il tutto sarà visibile solo dopo il weekend. Una cosa è certa, pure se Tajani resterà in vita e perché no anche ministro, sarà più solo che mai.Il governo M nasce nel caos. “Atlantismo o fuori dal governo”. Non utilizza giri di parole la leader di Fdi. Non si conoscono ancora le reali volontà del Cav, ma i più dicono che starebbe semplicemente resistendo ai colpi di chi vuole farlo fuori. Giorgia, intanto, lancia più di un semplice avvertimento all’alleati: “L’Italia con noi al governo, non sarà l’anello debole dell’occidente”. La priorità per Silvio Berlusconi, comunque, secondo quanto riferiscono le voci di Arcore, non sarebbe recuperare un rapporto con l’amico Putin, ma sbarazzarsi, una volta per sempre, di chi avrebbe tentato di rubargli l’amata creatura. Stiamo parlando ovviamente di Forza Italia.

Arcore scopre la finta lista

L’ex premier è da mesi consapevole che il suo attuale braccio destro vorrebbe ripetere quanto non è riuscito né ad Angelino Alfano, né a Denis Verdini. Ecco perché bisogna uccidere il bimbo nella culla, evitando così che Bruto assassini il padre. Il traditore, questa volta, si chiamerebbe Antonio Tajani. L’ex presidente del Parlamento europeo, consapevole che il prossimo governo durerà cinque anni e probabilmente immaginando che età e acciacchi avanzino per chi lo ha lanciato in politica, avrebbe tentato il blitz della vita. Il listino, diffuso qualche giorno fa da una donna di peso del partito, quasi certamente un’aspirante ministra, secondo esperti conoscitori di Arcore, sarebbe stata un’invenzione per accreditarsi come alternativa qualora Meloni avesse pensato di non sottostare ai diktat di chi per la prima volta la nominò ministra. Una strategia, però, che non passa inosservata a chi ha inventato il centrodestra. Parte, quindi, nella giornata di martedì, il piano B o meglio ancora la rappresaglia.

Il Cavaliere resistente

La prima mossa è non far eleggere capigruppo concilianti, ma suoi veri fedelissimi o meglio ancora carri armati. Non a caso fa votare per acclamazione il suo megafono Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia. Un duro colpo per Paolo Barelli, parente di Tajani, che aspirava al bis a Montecitorio, così come per qualche amico del romano che voleva la promozione a Palazzo Madama. La seconda mossa, poi, è ricordare al mondo l’amicizia con Putin. Basta nominare solo il nome del presidente russo per fare in modo che la Meloni tolga dalle caselle destinate agli azzurri la Farnesina. Un premier, vicino alla Nato e agli americani, certamente, non può dare il ministero degli Esteri a un esponente del partito di chi non rinuncia a esternare il canale diretto col Cremlino. Berlusconi è pronto a smentirlo solo nel momento in cui sarà chiusa la partita del governo e quindi potrà vedere i suoi nelle caselle desiderate e non chi invece intendeva dargli coltellate alle spalle. Il Cav, dicono voci di palazzo, che avrebbe già dato una bozza di governo a Giorgia, la quale nei fatti l’avrebbe già accettata. La leader di Fdi, infatti, non può perdere più altro tempo. La squadra deve essere chiusa entro martedì, termine ultimo per non perdere la credibilità degli italiani. Ecco perché la politica, alla vigilia delle consultazioni, che inizieranno in mattinata e in cui non apparirà niente di tutto ciò, starebbe chiamando gli esclusi per tranquillizzarli rispetto al proprio futuro. Secondo voci di palazzo, rispetto al toto, diffuso a reti unificate, il partito più votato dagli italiani avrebbe lanciata qualche “nome di facciata” per coprire appunto quelli “veri”, in modo da non farli bruciare. Potrebbero esserci dubbi, ad esempio, sulla promozione di Matteo Piantedosi. Perché lanciare l’ex prefetto di Roma diversi mesi prima delle elezioni? Stesso discorso vale per Guido Crosetto. Chi viene indicato come titolare del Mise ha davvero tutto l’interesse a ricoprire un ruolo definito dai più scomodo? Il fondatore di Fratelli d’Italia, considerando la sua credibilità, sarebbe certamente più utile come uomo ombra. Non sono, pertanto, da escludere i cosiddetti inserimenti dell’ultimissima ora. Un maestro, in tal senso, è Gianfranco Rotondi, bravissimo a vincere le partite del novantesimo minuto. Finanche sui ruoli, c’è qualcosa che non torna. Ci sarebbe, ad esempio, più di qualche scettico sul dare a Fitto l’Europa. L’ex governatore pugliese sarebbe meglio spenderlo come bandiera per il Sud, soprattutto se il Nord sarebbe già stato consegnato alla Lega. Il tutto poi deve conciliare con le nuove richieste del Cav. Cattaneo, si vocifera, sia un semplice capogruppo a tempo, utilizzato per la guerra e poi promosso a chiusura match. Il tutto sarà visibile solo dopo il weekend. Una cosa è certa, pure se Tajani resterà in vita e perché no anche ministro, sarà più solo che mai.


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