Editoriale

Il Piersilvio-pensiero: è ora di svecchiare palinsesti e Paese

di Laura Tecce -


Un Piersilvio in gran forma – dice di essere dimagrito, ma è in ogni caso tonico e definito – e soprattutto con le idee chiarissime, sulla tv e non solo. Mens sana in corpore sano, del resto, muscoli e cervello che lavorano. Si vede. Visione, lungimiranza e strategia, sia che si tratti di Mediaset o di politica. Classe 1969, il manager ha idee giovani in un Paese nel quale tutto cambia per non cambiare, il gattopardismo non è nelle sue corde e le mezze misure neanche.

Sullo Ius Scholae, cavallo di battaglia estivo di Tajani, la tocca piano (e lo sa): “Non mi sembra che sia fra le priorità degli italiani”. Il numero uno di Forza Italia incassa con eleganza. Già, Forza Italia. La creatura politica fondata e resa per anni il primo partito italiano dal padre Silvio, grazie al quale il centrodestra per la prima volta nella storia è arrivato al governo nel 1994 rompendo con decenni di egemonia – politica, sociale e culturale – cattocomunista, dando voce ad un’Italia che chiedeva modernità, cambiamento ed un mood più liberale. Un partito che oggi Piersilvio Berlusconi percepisce come vecchio. Ringraziamenti di rito a parte (“Tajani è bravissimo, Dalla Chiesa è bravissima, Gasparri è bravissimo…” e, a onor del vero va detto che dopo la scomparsa del fondatore il partito ha tenuto botta), il Piersilvio-pensiero è inequivocabile: “Ma ci vuole anche altro, nel senso di apertura e visione del futuro”.

Doti che l’Ad del Gruppo Mfe-Mediaset riconosce invece in colei che raccolto la leadership a destra, dopo trent’anni e ben quattro esecutivi targati Berlusconi, una figura che come Silvio ha rotto gli schermi, sovvertito i pronostici e sbaragliato gli avversari, una vera e propria Underdog. Oggi il governo ha il volto di Giorgia Meloni che “sta facendo un lavoro unico: donna, giovane, venuta dal nulla, ha messo su il miglior governo d’Europa, con grande serietà, impegno e patriottismo. Al di là della destra o della sinistra, è questione di concretezza e consapevolezza: il nostro primo ministro per l’Italia”. Le parole sono importanti: patriottismo, Italia… “L’Italia è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti…”.

No, il discorso della discesa in campo l’altra sera alla presentazione dei palinsesti Mediaset non lo ha fatto, non era né il luogo né il contesto. E neanche il tempo giusto, omnia suo tempore. La testa adesso è sulla tv, sulle prossime mosse che toccheranno “in maniera graduale ma profonda” le reti del Biscione, e non è mancata una riflessione su ciò che non ha funzionato; in riferimento ai due reality La Talpa e The Couple il giudizio è tranchant: “Non mi sono piaciuti per niente, sono due dei prodotti più brutti che abbia mai visto, sono venuti male. Non sono fatti da noi, ma abbiamo comunque sbagliato”. Un Ad serio deve anche avere il coraggio di ammettere gli errori. E non è da tutti di questi tempi. Oggi la politica può attendere, ma non per molto. In ogni caso, il cognome Berlusconi pesa ma non schiaccia. Piersilvio non è ancora sceso in campo ma il campo comincia già a somigliare a casa sua.


Torna alle notizie in home