Politica

PRIMA PAGINA-Il Ponte è il futuro, basta veti ideologici. Intervista a Nino Germanà

di Giuseppe Ariola -

Il senatore Nino Germanà


Nel giorno in cui Giorgia Meloni ha siglato accordo per il via libera al Fondo sviluppo e coesione con la Regione Sicilia, i cui fondi saranno destinati anche alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, il senatore della Lega Nino Germanà ha annunciato un esposto contro Angelo Bonelli per “la disinformazione e il clima di odio e allarme sociale generato dalle sue dichiarazioni” in merito all’opera. Non potevamo non ascoltarlo.

Il ponte sullo Stretto per anni ha diviso la politica ma anche i siciliani. Lei ne è un convinto sostenitore, ci spiega perché?

“In realtà i siciliani vogliono il ponte, c’è solo una minoranza molto rumorosa che preferisce l’immobilismo allo sviluppo. Io sono da sempre per il ponte perché è un attrattore di opere e investimenti, è un moltiplicatore di opportunità per tutto il Sud non soltanto per la Sicilia. Già adesso i cantieri in qualche modo collegati al Ponte stanno portando lavoro, stanno migliorando la rete stradale, autostradale, ferroviaria. Stiamo parlando di un’opera che non collega solo due regioni, ma il Sud con l’Europa e tutto il mondo ci invidierà”.

Se ne parla da decenni, anche Berlusconi lo voleva, ora Salvini ne ha fatto un cavallo di battaglia. E’ la volta buona?

“Berlusconi ha fatto un enorme lavoro partendo da zero, poi purtroppo è arrivata quella sciagura del governo Monti che tante lacrime ha fatto patire agli italiani ed ha provato a impedirci di colmare il gap con il Nord. Adesso grazie al ministro Salvini il Ponte è legge dello Stato e si farà. Il progetto definitivo è stato approvato, siamo nella fase in cui si stanno predisponendo le risposte alle osservazioni del Mase. Si mettano il cuore in pace tutti coloro che vanno contro il progresso, perché il ponte si farà, i primi lavori inizieranno entro la fine del 2024. Ha detto bene, è un cavallo di battaglia, una delle priorità di questo governo e finalmente la voce dei siciliani sarà ascoltata”.

Quanto contribuisce avere i governatori di Sicilia e Calabria a favore?

“Intanto è la prova che si tratta di un’opera che la maggioranza dei siciliani considera indispensabile, poi è chiaro che le sinergie sono importanti. Adesso non solo stiamo facendo il ponte ma stiamo facendo tutte quelle opere ed infrastrutture che i ‘benaltristi’ hanno sempre sostenuto, soltanto a parole, si dovessero fare al posto del ponte. Ebbene, noi stiamo facendo sia il ponte che tutto il resto”.

Lei ieri ha annunciato una denuncia nei confronti di Angelo Bonelli, come mai?

“Perché sono veramente stanco di una campagna di disinformazione mai vista prima, ai limiti della calunnia. Ogni giorno siamo costretti a replicare alle bugie più assurde, dal fatto che non sono state fatte le prove del vento all’allarme sul fatto che non resisterà ai terremoti, al vento, che i tiranti non sono idonei, che il progetto è vecchio. Queste fake news non soltanto vengono spacciate per vere ma addirittura Bonelli presenta esposti a destra e manca pur nella consapevolezza che i fatti stanno esattamente al contrario. Non può andare in tribunale dicendo baggianate come se fosse al bar creando un pericolosissimo clima di odio e di allarme sociale. E’ anche offensivo verso centinaia di professionisti di livello mondiale che stanno lavorando per un progetto fattibile e che porterà la nostra immagine nel mondo. Per fortuna gli italiani sanno pensare con la loro testa e hanno capito che in realtà in questi anni è stata la sinistra a voler lasciare in modo scientifico il meridione distante dal resto dell’Europa in termini di sviluppo. Le loro chiacchiere ci hanno notevolmente danneggiato, ma basta vedere i risultati di quelle politiche che stanno desertificando la Sicilia per capire che è un capitolo chiuso”.

Quanto crede che un ambientalismo tutto ideologico abbia influito sulla realizzazione dell’opera?

“Tantissimo. Finora è proprio il no ideologico ad aver ostacolato questo specifico ponte. E’ stata proprio la divisione ideologica ad averci fatto perdere dieci anni di tempo e aggiungo anche un fiume di miliardi che annualmente paga la Sicilia per l’isolamento. Stiamo parlando di 6 miliardi e mezzo di euro ogni anno di costi per l’insularità. In dieci anni pensi quanti ponti sullo Stretto avremmo potuto costruire con quei soldi.

La sua iniziativa legale contribuirà a fornire un chiarimento sul reale impatto del ponte?

“Intanto è un modo per far capire che siamo stufi di questi metodi che strumentalizzano il dibattito e che non consentiremo più a nessuno di dire bugie per giunta anche belle grosse spaventando i cittadini. Io non ho alcun dubbio che, se il confronto avviene sui fatti reali, in modo democratico, tutti comprenderanno che stiamo parlando di un’infrastruttura che riuscirà a cambiare veramente il futuro delle prossime generazioni. Anzi, a dargli proprio quel futuro che spesso oggi si sentono negato”.


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