Il Ponte sullo Stretto che non piace agli Usa, il Mit: “Non previsti fondi Nato”
Bloomberg riporta lo scetticismo degli americani: "No a soluzioni di contabilità creativa"
Agli americani non la si fa: gli Usa sarebbero contrari all’inserimento del Ponte sullo Stretto di Messina nel “conto” delle spese militari. Una polemica nata nelle scorse settimane che, adesso, sembra destinata a rizelarsi dal momento che l’operazione sarebbe vista, da parte delle istituzioni Usa, come una sorta di mossa di “contabilità creativa”. Insomma, una fregatura per gli interessi americani che puntano a vendere armi e non a fare sconti agli alleati (sempre più junior) dell’Europa
Il Ponte che non piace agli Usa
Il caso è (ri)esploso quando l’agenzia Bloomberg ha riportato le dichiarazioni rilasciate in un’intervista dall’ambasciatore americano alla Nato, Matthew Whitaker. Che avrebbe stigmatizzato, da parte Usa, la “fantasia” di voler inserire il Ponte sullo Stretto tra le spese militari e la sua contabilizzazione. L’obiettivo imposto da Washington agli europei è quello di portare le spese per la difesa al 5% del Pil. Bruxelles, con somma diligenza, s’è mossa e spende (e spande) sperando pure che investendo in armi e sicurezza possa rilanciare una produzione industriale sempre più asfittica e zoppicante. Ma gli americani non faranno sconti né saranno disposti ad accettare applicazioni estensive né creative.
Armi sì, infrastrutture no
Quel Ponte non s’ha da fare, dunque. O meglio: l’Italia (e l’Ue) facessero ciò che desiderano. Ma non tentino di sottrarsi alla consegna. Il governo, con l’ok di Bruxelles, aveva pensato di inserire l’infrastruttura all’interno delle opere di rilievo strategico per la Difesa. È innegabile che un collegamento come l’infrastruttura cara a Matteo Salvini possa avere un valore decisivo pure per i militari in ogni evenienza. Ma per gli Usa il Ponte sullo Stretto non va utilizzato per “abbassare” il tetto delle spese militari al 5%. Sarebbe stato un grande “sconto”. Invece sarà uno scontro.
La replica del Mit: “L’opera non è in discussione”
In una nota, il Ministero per le Infrastrutture e per i Trasporti ribadisce che l’Italia prosegue sulla sua strada, con o senza l’assenso dell’Alleanza Atlantica. Anche perché, a quanto riferiscono dal Mit, non saranno impegnati fondi Nato nel progetto. “Il Ponte sullo Stretto è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa. Al momento, l’eventuale utilizzo di risorse Nato non è all’ordine del giorno e – soprattutto – non è una necessità irrinunciabile. L’opera non è in discussione”.
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