Politica

“Il potere sui tacchi, l’Italia può decidere”

di Edoardo Sirignano -


“Il potere sui tacchi potrebbe essere la stella del Ventunesimo secolo. Persino in Italia” A dirlo Annalisa Chirico, giornalista, imprenditrice e presidente dell’associazione Fino a Prova Contraria.

Si avvicina il 25 settembre. Il centrodestra, dato per favorito dai sondaggi, ha già vinto?
Saranno gli italiani a decidere. L’auspicio è che ai vincitori, chiunque essi siano, sia data la possibilità di misurarsi con la sfida del governo. È un onore e un onere. Sarebbe bellissimo tornare a scegliere da chi essere governati. Si chiama democrazia.

Meloni potrebbe essere il primo premier donna in Italia. Cosa significa per il nostro Paese?
In Inghilterra è da poco scomparsa la Regina eterna, the Queen, che ha regnato per oltre settant’anni e ha conferito l’incarico di prime minister a tre donne: Thatcher, May e l’attuale premier Truss. Il potere sui tacchi potrebbe essere la stella in un momento difficile. Persino in Italia.

Perché dice l’Italia?
Siamo un Paese maschilista, meno che in passato ma lo siamo ancora. Le donne, in politica, svolgono un ruolo ancillare. Nei posti che contano, però, se ne vedono poche. Meloni si è guadagnata la leadership sul campo, le vanno riconosciute lealtà e coerenza. Sarebbe un sogno vivere in un Paese con più amministratori delegati donne, più direttori di giornali donne, insomma più donne ovunque. Senza orticelli rosa. Ci piace competere.

Quale sarà l’eredità lasciata da Draghi? Se il premier in Usa riceve premi, in Italia c’è un Paese che non riesce a pagare le bollette?
È un contrasto che racconta molto dell’Italia che si avvicina a un autunno caldissimo. Con i prezzi dell’energia e delle materie prime alle stelle, il carrello della spesa sempre più pesante, un Pnrr che sembra una sigla bellissima, tipo Spqr, dove sono i progetti? Dove sono i soldi che ci hanno promesso per aprire cantieri e creare occupazione? Non sarà facile assumere le redini del prossimo esecutivo.

Salvini ha detto che il tempo dei tecnici è finito…
Ci siamo arresi alla logica per cui noi votiamo e poi, puntualmente, arriva il papa straniero, anzi il salvatore della patria, per mettere tutti dentro. I governi di unità nazionale hanno fatto il loro tempo. I cittadini italiani hanno il sacrosanto diritto di scegliere da chi essere governati, magari con una legge elettorale migliore di quella attuale.

Tema centrale della scuola “The Youth Hope – Repower Italia” è l’autonomia strategica italiana. Quanto è importante?
È fondamentale se non vogliamo essere ancella d’Europa e del mondo. Dall’approvvigionamento energetico alla sfida del digitale e dei semiconduttori, passando per la salute, l’Italia deve fare un salto di qualità. Il Pnrr, più che rinegoziato, va attuato. Dobbiamo digitalizzare, servono più rigassificatori, più termovalorizzatori. Dobbiamo credere nella scienza e nell’innovazione. Se a undici anni da Fukushima il Giappone avvia la costruzione di nuovi reattori, penso che anche l’Italia possa tornare a investire nel nucleare pulito. Del resto, compriamo già elettricità prodotta da atomo dalla Francia che ha annunciato che, con la crisi in corso, potrebbe tagliare l’export verso il nostro paese.

Quali dovranno essere le priorità per il prossimo esecutivo?
Caro energia e caro vita. Partiamo dalla vita reale.

Molti iniziano a criticare la scelta delle sanzioni alla Russia. Si ritrova con la Lega?
Per la verità, è stato l’Economist a restituire un’analisi spietata dei risultati indicibili delle sanzioni: in Russia c’è una contrazione del Pil, vero, ma sull’avanzo commerciale se la passa bene mentre per i Paesi europei, Italia e Germania in testa, il conto è salato assai. Da noi le imprese chiudono perché produrre costa troppo, devono affrontare bollette decuplicate e rischiano di perdere quote di mercato non solo a favore dei competitor cinesi e turchi ma anche di francesi e tedeschi che pagano meno l’energia. Di questo passo lo scenario di stagflazione assume contorni concreti. Allora dico: se l’obiettivo delle sanzioni era piegare l’economia europea, siamo a cavallo. Ma se si vuole piegare l’orso russo, mi pare che si stia sbagliando qualcosa, l’effetto deterrenza è pari a zero.

A un certo punto si è parlato di una sua candidatura tra le file del Carroccio. Ha mai pensato a una carriera da parlamentare?
È un’ipotesi che non è mai esistita. Se qualcuno ha pensato a me, mi lusinga e dico grazie. Ma io continuo a fare la giornalista e l’imprenditrice. 


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