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Il premier all’Europa: fare presto. Torna di attualità la rotta balcanica

di Domenico Pecile -


Un vertice per fare il punto sull’emergenza immigrazione. Il Governo ha deciso di convocare il Consiglio dei ministri per giovedì pomeriggio, proprio a Cutro, dove si è consumata la tragedia del naufragio di domenica 26 febbraio, che è costato la vita a 70 persone tra cui diversi bambini. Otto i sopravvissuti ricoverati all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. È stato lo stesso premier Meloni a indicare il Comune calabrese come luogo in cui discutere e approvare un decreto sull’immigrazione. La Meloni aveva anche replicato duramente a quanti avevano affermato che la sua reazione alla tragedia non fosse stata adeguata. “Posso soltanto affermare che io sono rimasta colpita dalle ricostruzioni di questi giorni. Ma davvero, in coscienza, c’è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Siamo seri, vi chiedo se qualcun pensa che se si fosse potuti salvare qualcuno non lo avremmo fatto”. “Di fronte all’evento drammatico di Cutro, ma ancor più a quello che questo raffigura di condizioni drammatiche” in diversi Paesi, “il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti: dell’Italia, per la sua arte, dell’Unione europea di tutti i Paesi che ne fanno parte, perché questa è la risposta vera da dare a quello che è avvenuto a queste condizioni che, con violazioni di diritti umani della libertà, colpiscono tutti, in qualunque parte del mondo”, è l’auspicio e l’accorato appello rivolto ieri dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademici dell’università della Basilicata. Il presidente ha poi aggiunto che “l’unicità del genere umano ricorda il valore della indivisibilità dei diritti umani e della libertà. In qualunque comunità la libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti e il mondo intera è ormai sempre più una comunità raccolta, con ormai nessuna distanza effettiva, interconnessa, dentro la quale la mancanza di libertà colpisce tutti, ovunque”. Difficile capire quale sarà il provvedimento che uscirà dal Cdm. Se infatti, ad esempio, il ministro degli Esteri e vice premier, Antonio Tajani, ha avuto modo di dire che “Possiamo accogliere decine di migliaia di persone perché le nostre aziende hanno bisogno di manodopera”, la Lega vorrebbe imboccare la strada del ripristino del decreto sicurezza, che non permette la conversione del permesso per protezione in permesso di lavoro. Vale a dire un muro burocratico per quei migranti che fuggono da persecuzioni o luoghi di conflitto. E sempre Tajani ha ribadito ieri che “dobbiamo favorire l’immigrazione regolare. Il governo è al lavoro su questo, ovvero far venire in Italia persone che hanno già un lavoro certo nel campo dell’agricoltura e dell’industria, formati a casa loro, con viaggi che non so no a rischio”. Da parte sua, il Governo per bocca del capogruppo di Fdi in Commissione esteri, Michele Barcaiuolo, sostiene che “palazzo Chigi lavora all’ipotesi di un provvedimento che coinvolga più ministeri, in particolare Interno, Giustizia, Lavoro, Esteri. Allo studio c’è una rideterminazione dei flussi regolari di migranti con un meccanismo premiale che dia nuovi ingressi ai Paesi che fanno di più nel contrasto all’immigrazione clandestina, che aumentino attraverso Frontex la sorveglianza dei loro confini e che attuino accordi di riammissione dei clandestini”. Il Governo ha al vaglio pure una norma per attuare un deciso giro di vite contro le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico. Ma come detto tutto questo dovrà fare i conti con la linea oltranzista del Carroccio di Salvini. Con una proposta, tra l’altro, che punta a una stretta sui permessi e che con un unico articolo abrogherebbe le modifiche sulla materia contenute nel decreto Conte-Lamorgese. E sempre Tajani ha ribadito con forza che “è grave accusare la nostra Guardia di finanza e Guardia costiera, che nel 2022 hanno salvato migliaia e migliaia di persone in mare e hanno fatto di tutto sempre per difendere la vita. Io credo sia stato un tragico errore di chi guidava la barca perché arrivati a poche decine di metri dalla costa c’è stata un’improvvisa virata della nave che è andata a battere contro la secca e si è prodotto il disastro. Bisogna indagare bene”. E intanto, torna di estrema attualità anche l’emergenza della rotta balcanica. Un dato su tutti: a gennaio dello scorso anno tra rintracci e presentazioni spontanee negli uffici di polizia il numero dei migranti della rotta balcanica non superavano 150-170, in quello del 2023 è stata superata quota mille e lo scorso mese di febbraio questo trend è stato confermato con 524 persone rintracciate fino al 24. E il sistema di accoglienza di Trieste e di Gorizia ha raggiunto il limite, come ha precisato il prefetto del capoluogo giuliano, Pietro Signoriello.

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