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IL RAVE È FINITO SUBITO LO SCONTRO APPENA INIZIATO

di Maurizio Zoppi -


Lo sgombero del rave party di Modena è l’argomento più discusso dalla politica e dai media italiani. Fiumi di dichiarazioni da ogni fazione politica, da artisti e associazioni umanitarie, scandiscono le agenzie stampa in queste ore. Una tematica che ha solleticato la pancia del Paese e che sta creando numerose divisioni in merito alla decisione del ministro dell’Interno del governo Meloni, Matteo Piantedosi, che ha ordinato lo sfollamento di una festa di Halloween illegale, in Emilia Romagna. Episodio che ha catalizzato l’attenzione di tutta Italia anche se i giovani hanno lasciato il posto in maniera pacifica. 150mila euro di attrezzatura sonora sono stati sequestrati, 14 persone accusate, tra cui 13 italiani e un olandese, 1.400 persone identificate, 300 mezzi controllati dalle forze dell’ordine; questi alcuni dei numeri dell’operazione, messa in atto dal capo del Viminale. “Un grande lavoro di squadra, che ci ha visto operare fianco a fianco sul campo, nel massimo coordinamento, in attuazione di indirizzi chiari, formulati in sede di Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica sin da domenica mattina; di obiettivi, strategie e catene di comando lineari, condivise la sera stessa nel Tavolo tecnico”. Così, il questore di Modena, Silvia Burdese, ha voluto ringraziare le forze dell’ordine ed istituzioni. “Abbiamo avviato gli sviluppi investigativi e amministrativi che ci impegneranno in questura per settimane e mesi”. Scrive in una nota il nuovo questore della città romagnola. “Ho sentito il dovere di rivolgere ai colleghi della Polizia di Stato, dell’arma dei Carabinieri, della Guardia di finanza, dei Vigili del fuoco e della polizia locale il massimo apprezzamento per la professionalità che sono stati capaci di dimostrare in questi giorni. Si è così chiusa – spiega – un’azione di polizia assolutamente trasparente, ampiamente ripresa dagli organi di informazione, a garanzia di tutti”.

A far discutere tuttavia è stata soprattutto l’introduzione da parte del governo del nuovo reato che punisce “l’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica” che sarà inserito nel codice penale all’articolo 434-bis e che prevede una pena da tre a sei anni di reclusione e una multa da mille a 10mila euro per chi “organizza o promuove” il raduno, sanzioni ridotte per i partecipanti. Tra i problemi principali sollevati da giuristi e costituzionalisti, ci sono il fatto che la norma è scritta in modo troppo vago, l’eccessiva durezza delle pene previste e l’opportunità stessa di proibire preventivamente i rave party, dal momento che la possibilità di organizzare raduni è garantita dalla Costituzione.

Ma Piantedosi cerca di mettere a tacere certe interpretazioni della nuova norma ed afferma: “Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento. La conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo”.

Ma dal Partito Democratico si alzano le barricate rispetto alle scelte del governo Meloni. Accusando il capo del Viminale, di non aver fermato la manifestazione fascista di Predappio, in cui qualche giorno fa, due mila vecchi nostalgici del duce, erano in fila alla cripta di Benito Mussolini. Inoltre è stata stilata una interrogazione parlamentare urgente, rivolta al capo del Viminale a firma del senatore Pd, Carlo Cottarelli, e di Simona Malpezzi, presidente dei senatori dem. “Dopo l’uccisione di un capo ultrà all’esterno del Meazza di Milano, quali iniziative intende intraprendere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per garantire che frange violente di tifoseria cessino di esercitare il controllo sugli stadi e sulle aree limitrofe e per assicurare lo svolgimento delle partite in condizioni di sicurezza?”.

Di certo, al di là di ogni polemica politica, chi si lecca ad oggi le ferite e sta facendo la conta dei danni è Mauro Bompani, proprietario dell’immobile, del terreno della casa colonica, occupati abusivamente dai raver per il party illegale. “Hanno scambiato il mio terreno per una vera e propria latrina”. Afferma l’anziano modenese il giorno dopo lo sgombero. “I locali erano chiusi, avevamo cambiato la serratura due mesi fa. Ma hanno sfondato la porta della casa colonica e vandalizzando tutto. Per fortuna che non avevo affittato l’immobile. I coinquilini avrebbero passato delle giornate d’inferno”. Continua Mauro Bompani. “Ci vorranno intorno ai 15 mila euro solo per ripulire tutto, anche le mura che i ragazzi hanno dipinto con le bombolette spray. Hanno danneggiato anche il cancello automatico”.

Nel frattempo, la nuova norma è già entrata in vigore, e il dl che l’ha introdotta dovrà essere approvato dalle Camere entro 60 giorni a partire da lunedì 31 ottobre: la destra ha un’ampia maggioranza in Parlamento che teoricamente permette di approvarla senza dover intavolare trattative con le opposizioni. Ma dopo le recenti polemiche il testo potrebbe anche subire alcune modifiche.


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