Il Report DIA della discordia
Il report della Defence Intelligence Agency (DIA) statunitense, presentato al Congresso lo scorso 23 maggio 2025, offre un quadro dettagliato della situazione in Ucraina ma anche crea molte riflessioni nel mondo politico statunitense, e qualche virata di rotta nei commenti del presidente Donald Trump. Tutto ruota attorno alle esigenze immediate di riarmo secondo gli analisti della DIA, evidenziando anche il contesto politico internazionale. Sembra che il report sia un po’ sfuggito alla linea MAGA che prevale nella nuova Amministrazione.
Analisi della minaccia russa e necessità di riarmo
Secondo la DIA, il presidente russo Vladimir Putin rimane fermamente convinto della vittoria finale in Ucraina e considera il conflitto una lotta esistenziale contro l’Occidente, fondamentale per il futuro della Russia e per la sua stessa legacy politica. Gli obiettivi di Mosca non sono cambiati: neutralità dell’Ucraina, esclusione dalla NATO e ritiro delle forze ucraine da Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. Nonostante i tentativi di negoziato, Putin è disposto a proseguire la guerra almeno fino al 2025, puntando a logorare la resistenza ucraina e la determinazione europea. Ma il report sottolinea che la capacità convenzionale della Russia di competere con la NATO è gravemente compromessa: la maggior parte delle unità combattenti è impegnata in Ucraina, riducendo la flessibilità militare di Mosca per almeno i prossimi tre anni. La Russia si trova a dover scegliere tra modernizzare i propri armamenti e rifornire le truppe al fronte, privilegiando la manutenzione dei sistemi esistenti rispetto allo sviluppo di nuove tecnologie. L’eccezione è rappresentata dalla flotta sottomarina anche di tipo nucleare, il cui ammodernamento prosegue senza interruzioni. Tuttavia, il bilancio della difesa russo per il 2025 è salito a 150 miliardi di dollari, il 40% del budget federale, segno di uno sforzo bellico che grava pesantemente sull’economia nazionale. La DIA avverte che, nonostante le perdite subite (oltre 170.000 militari russi uccisi in tre anni), Mosca sembra disposta a sostenere il conflitto come guerra di logoramento, confidando di esaurire le risorse ucraine e la pazienza occidentale. Da qui la necessità urgente, evidenziata anche dal Parlamento europeo, di rafforzare il riarmo sia dell’Ucraina sia dei Paesi europei, per mantenere la capacità di deterrenza e sostenere Kyiv nella difesa dei propri territori, introducendo inoltre il concetto di readiness europea al conflitto.
La posizione di Trump
Dopo una telefonata con Putin, Trump ha dichiarato di non essere soddisfatto delle azioni russe, definendo Putin “impazzito” e criticando i bombardamenti indiscriminati sulle città ucraine. “Sta uccidendo molte persone. Non so cosa sia successo a Putin, l’ho conosciuto a lungo, ma ora sta bombardando città e non mi piace affatto”, ha dichiarato Trump, aggiungendo che nuove sanzioni contro Mosca sono “assolutamente” possibili. Tuttavia, Trump ha anche manifestato la volontà di ridurre il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto, lasciando intendere che la risoluzione della crisi dovrebbe essere affidata a negoziati diretti tra Russia e Ucraina, senza un ruolo centrale americano. Un colpo al cerchio e uno alla botte: Trump ha criticato il presidente ucraino Zelensky per il suo atteggiamento, affermando che “tutto ciò che dice causa problemi” e invitandolo a moderare i toni. Zelensky, dal canto suo, ha denunciato il “silenzio dell’America” come un fattore che incoraggia Putin a proseguire la guerra, chiedendo maggiore determinazione e nuove sanzioni da parte dell’Occidente.
Il report della DIA e il dibattito politico negli Stati Uniti evidenziano come la prosecuzione della guerra in Ucraina sia strettamente legata alla capacità dell’Occidente di sostenere Kyiv con aiuti militari e pressione politica su Mosca. Mentre la Russia punta a un conflitto di logoramento e a completare l’occupazione degli oblast aggrediti, le necessità di riarmo sono immediate e cruciali per evitare un indebolimento della posizione ucraina e della sicurezza europea. Le incertezze nella leadership americana, riflesso anche nei commenti di Trump e dei vertici della intelligence community, lasciano riflettere su un futuro terribilmente incerto.
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