Attualità

Il riscatto di Genova

di Domenico Pecile -


Il Ponte sullo Stretto – il cui primo “Progetto 80” risale al lontano 1968 e che a varie riprese ha portato all’ultimo rilancio datato 2020 – può attendere ancora. Tocca, infatti, alla Regione Liguria il ruolo di apripista sul fronte dei trasporti e della logistica che include anche le 30 principali opere strategiche previste in Italia. Ieri è stato firmato il protocollo d’intesa della Gronda di Genova, una delle opere ingegneristiche mai realizzate a livello europeo, mentre il giorno precedente – con l’abbattimento del “diaframma” nella Galleria di Valico tra i cantieri di Polcevera e di Cravasco – si è dato atto con soddisfazione che è stato ormai superato l’82% degli scavi. Quest’ultimo progetto, tratta strategica della linea Reno-Alpi, ridefinito “Il ponte sullo stretto del Nord”, secondo il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, è sicuramente “un altro miracolo dell’ingegneria italiana”. L’opera è destinata a trasformarsi nel tunnel più lungo del Paese. Il progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova (Alta velocità ferroviaria Genova-Milano) è stato commentato da Pietro Salin, Ceo di Webuild in occasione della ricorrenza di Santa Barbara. Basterebbero i numeri a riassumere la grandezza e l’importanza dell’opera: 53 Km di tracciato ferroviario, 12 di interconnessioni più altri collegamenti, 90 Km di gallerie complessive, 27 km di tunnel. Saranno utilizzati 160 mila tonnellate di acciaio per l’armatura del cemento armato e 136 mila tonnellate di metallo per le centine del rivestimento delle gallerie. E grazie al Terzo Valico Genova-Milano potranno partire il 43% dei treni passeggeri in più, il 49% in più di treni merci al giorno verso Piemonte, Lombardia e Veneto e da lì in direzione dell’Europa. Sarà movimentato ben il 50% delle merci nazionali, e prodotto il 45% del Pil del Paese. Viene garantita la riduzione dei tempi di percorrenza: tra Genova e Milano un terzo in meno a una velocità di circa 200 chilometri orari. Insomma, una rete infrastrutturale in grado di dare un’importante accelerazione al tessuto economico. L’opera è finanziata con 7,8 miliardi di euro che in parte provengono dal Pnrr e in parte dal Gruppo Ferrovie dello Stato attraverso Rfi. Ieri, a margine del primo festival della Conferenza e delle Province autonome, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha confermato che l’opera sarà pronta nel 2024, mentre dall’anno successivo diventerà operativa. Totti ha anche aggiunto che “ci sono infinite opere da sbloccare nel nostro Paese e per le quali c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. L’obiettivo di questo governo è modernizzare l’Italia e dargli nuovi assetti istituzionali, costruendo in questo modo una collaborazione tra governo centrale e autonomie”.
E il Terzo valico, come accennato, fa il paio con la Gronda il cui protocollo d’intesa è stato firmato l’altro ieri dal ministro Salvini, dal presidente della Liguria Toti, dal sindaco di Genova, Bucci, dal presidente dell’Autorità del sistema portuale del Mar ligure occidentale, Signorini e dall’ad di Autostrade dell’Italia, che finanzierà completamente l’opera dal valore di 4,6 miliardi. Si tratta del raddoppio dell’autostrada A10, nel tratto interessato dal crollo del ponte Morandi, attraverso 72 chilometri di nuovi tracciati, di cui 54 in galleria, che Asi ha definito come “il più grande scavo d’Europa e uno dei principali del mondo”. “Aprire un cantiere – ha detto il ministro Salvini – per me significa creare lavori, la mission che ci siamo dati nel mio ministero per i prossimi 5 anni è abbattere i muri, costruire ponti e sconfiggere i professionisti del No. L’Italia non può permettere di essere lorio ostaggio, anche nella stesura del nuovo Codice degli appalti terremo conto di questo ed è giusto ascoltare e coinvolgere tutti. ma ad un certo punto occorre prendere l’onere e l’onore di decidere”. I riferimenti al partito del No fatto da Salvini corre dritto al M5S, ad alcuni partiti della sinistra, a comitati e movimenti ambientalisti che avversano l’opera. A favore, l’intero centrodestra (che parla di un cambio di passo rispetto a quanto avvenuto fino a oggi), larga parte del centrosinistra, Confindustria, la Camera di commercio di Genova e il mondo portuale. “E’ il primo protocollo – gli ha fatto eco Tomasi ad di Autostrade per l’Italia – che firmiamo, poi firmeremo anche gli altri per 14 opere strategiche che coinvolgono Autostrade. Il tempo di realizzazione prevede 10 anni ed è un’opera – è stato sottolineato – che per dimensione e pressione di scavo e per complessità non ha paragoni internazionali. Prima del boom dei prezzi delle materie prime avvenuto durante la pandemia, il costo stimato per l’opera superava i 4,3 miliardi di euro, pagati interamente da Aspi. Infine, Tomasi ha voluto ringraziare le istituzioni e quanti non hanno mai smesso di credere in questa grande sfida.
Governo avanti tutta, dunque, sul fronte dei Trasporti e della Logistica. Anche perché – dati dell’Osservatorio congiunturale dei Trasporti dell’Ufficio studi di Confcommercio pubblicato a luglio 2022 – registra una certa stabilità. La strada fa segnare buoni risultati con il traffico merci a +1,5%, per il trasporto merci continua a crescere e la mobilità via mare risente della situazione politica internazionale. Non né un mistero che le due opere liguri vanno nella direzione di una marcata riconversione del trasporto delle merci dalla gomma alla ferrovia. Secondo il sistema di rating messo a punto da Cribis (che fornisce report aziendali) la maggior parte delle aziende del settore trasporti e logistica in Italia ha un livello di internazionalizzazione medio-basso (47,4%) e basso (42,6%), mentre andando a considerare il grado di innovazione, le imprese davvero innovative sono soltanto l,1,8%.


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