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IL RITORNO DEGLI ANARCHICI

di Rita Cavallaro -


Sull’Italia soffia il vento di una nuova stagione del terrorismo. È il caso del 41bis per Alfredo Cospito ad aver infiammato le proteste degli anarchici, che si stanno prendendo le piazze con la violenza. Uno scenario che sembra essere deflagrato all’improvviso, ma che i servizi segreti avevano già previsto nei mesi scorsi, tanto che, come vi avevamo annunciato in esclusiva su L’Identità già ai primi d’ottobre, le agenzie di sicurezza avevano avviato quella che è stata definita la procedura di attenzione, per prevenire il rischio che la rabbia sociale e i venti di guerra alzassero l’asticella della tensione nel nostro Paese. Motivo per il quale gli 007 e la Digos avevano già acceso i riflettori sulle frange di anarchico-insurrezionalisti e sulle recenti realtà ecologiste, in subbuglio e a lavoro sulle azioni dimostrative da mettere in campo. Sotto la lente le teste più calde, pronte a infiltrarsi anche nei cortei di pacifisti. Ma quando la sottintesa chiamata alle armi di Cospito, condannato al carcere duro per una serie di attentati e perché ritenuto “capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo”, è filtrata tra i gruppi di anarchici del Paese, il livello di allerta per la sicurezza nazionale è stato innalzato nel corso degli ultimi vertici, dai quali sono venute fuori le informative finite sulla scrivania del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Sotto la lente degli inquirenti ci sono un centinaio di soggetti, tra promotori, organizzatori e dimostranti, che con la violenza e le bombe cercano di mettere sotto scacco le Istituzioni al fine di ottenere la revoca del regime di 41bis a cui Cospito è stato sottoposto per quattro anni e contro il quale il simbolo degli anarchici è in sciopero della fame da 103 giorni. Il suo avvocato Flavio Rossi Albertini ha presentato l’istanza al ministro della Giustizia Carlo Nordio, che dovrà esprimersi entro il 12 febbraio. E sulla quale le frange del terrore credono di poter influire, inscenando la guerriglia di piazza in molte città italiane. “Credo che lo Stato non debba farsi intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari”, ha detto ieri la premier Giorgia Meloni. Un messaggio chiaro in risposta alle azioni di matrice terrorista che i facinorosi stanno mettendo a segno nel nome di Alfredo, ma che potrebbe ancor più esacerbare gli animi. Roma è una città blindata, con posti di blocco nelle arterie principali e nella zona della stazione Termini, per fermare gruppi organizzati che si starebbero dando appuntamento nella Capitale per mettere Roma a ferro e fuoco. Il dispositivo è stato rafforzato, con agenti armati e blindati, dopo il lancio di due molotov artigianali contro le forze dell’ordine e gli scontri a piazza Trilussa, al culmine della manifestazione degli anarchici di sabato sera a Trastevere, che si è conclusa con 41 denunciati. Domenica altre due bombe sono state piazzate davanti al Commissariato di polizia del Prenestino e sono state scoperte da un agente in servizio. Ieri cinque auto aziendali, parcheggiate l’una accanto all’altra, sono state incendiate da ignoti che sono riusciti a introdursi all’interno del parcheggio esterno della sede della Telecom Italia, in via Val di Lanzo, a Montesacro. È stato accertato che l’attentato è riconducile alla sfera anarchica dopo che gli investigatori hanno scoperto, su una cabina elettrica vicina ai mezzi in fiamme, la “A” di anarchia scritta con una bomboletta di vernice nera e accanto la frase “No 41 Bis”, mentre all’esterno del muro di cinta del parcheggio è comparsa la scritta “Black block”. Stessa violenza a Milano, dove le macchine della polizia locale sono state colpite con due molotov in viale Tibaldi e altri ordigni pronti a esplodere sono stati trovati nella zona. Il pool antiterrorismo meneghino ha aperto un fascicolo contro ignoti per incendio e danneggiamento, che si affianca all’inchiesta della Procura di Roma, che indaga non solo sulle azioni dimostrative perpetrate nella Capitale, ma che ha la competenza sugli atti terroristici scatenati negli ultimi mesi all’estero. Perché la regia, ormai, non è più solo nazionale, ma prevede attacchi a funzionari e diplomatici italiani nelle ambasciate dei paesi dove le frange anarchico-insurrezionaliste sono più radicate. Come la Grecia, dove lo scorso 2 dicembre i compagni di merende di Cospito, sotto il nome di “Carlo Giuliani revenge nuclei” e in solidarietà ad Alfredo, hanno rivendicato l’attacco incendiario contro due auto del Primo consigliere dell’ambasciata italiana ad Atene, Susanna Schlein, sorella della candidata alla segreteria del Pd, Elly. O il doppio attentato di venerdì scorso a Barcellona e Berlino contro diplomatici italiani, con auto bruciate, scritte e slogan, tra cui “Libertà per Cospito”. Intanto è stato disposto il trasferimento dal carcere di Sassari al penitenziario di Opera, a Milano, per l’anarchico, le cui condizioni di salute sono risultate gravi, tanto che il suo medico di fiducia, Angelica Milia, aveva sostenuto che era a “rischio fibrillazione”, in considerazione del calo ponderale causato dallo sciopero della fame. Cospito verrà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata, l’area dove sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. “Non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame”, ha detto il suo legale. “L’unica novità di questo trasferimento è che nella struttura di Opera hanno specialisti in grado di intervenire tempestivamente in caso di emergenza”.

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