Economia

Il Salone del Mobile, Meloni vuole la filiera 100% Made in Italy

di Angelo Vitale -


Un’occasione unica, anche quest’anno. Un modello per l’Italia, dice il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Torna il Salone del Mobile, giunto alla 61esima edizione. Punto di riferimento internazionale per il settore dell’arredo e del progetto, sceglie di farsi quest’anno “onda d’urto per aprire la via al nuovo design” con 2mila espositori da 37 Paesi e invade il capoluogo lombardo con 1.200 appuntamenti in 20 quartieri e 3/400mila persone attese a Milano in una settimana. Basterebbe solo questo a rappresentare il valore che esprime. Il Made in Italy domina i commenti. A partire da quelli della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non manca di marcare con la sua presenza l’ennesimo appuntamento con le imprese che, dal tempo della difficile emergenza sanitaria causata dalla pandemia all’oggi vissuto nella crisi prodotta dall’invasione dell’Ucraina, attendono parole di sostegno. Che puntualmente arrivano. Il Governo lavora per “una filiera del legno arredo made in Italy al 100%”, in modo da “rendere il settore del legno indipendente”, ponendo l`accento anche sulla “sostenibilità ambientale”. Sarà una “rivoluzione culturale”, passando attraverso il collegato alla Finanziaria che il Governo si appresta a presentare e che sarà “una vera e propria legge quadro” che interverrà su tutto il tema, mettendo al centro il lavoro creativo italiano. “Abbiamo un disperato bisogno di rafforzare competenze che mancano e allineare offerta e lavoro – aggiunge Meloni – . Non possiamo accettare che 4 imprese su 10 abbiano difficoltà a trovare personale per lavori ben retribuiti. E allora serve una rivoluzione culturale”.

Certo, la filiera custodisce anche difficoltà e attriti con sindacati e lavoratori. Lo rivela l’annuncio di manifestazioni in 7 città e uno sciopero del legno di 8 ore per venerdì – con Feneal, Filca e Fillea – a seguito dell`interruzione delle trattative con Federlegno per il rinnovo del contratto nazionale scaduto a fine 2022.
“Negli ultimi anni il settore ha realizzato fatturati da capogiro – dicono i sindacati – e non si riesce a capire perché Federlegno chieda il blocco del contratto per un anno negando di fatto ogni miglioramento su orario, diritti e tutele mentre l`inflazione è alle stelle”.

Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, guarda al futuro. La filiera esce dal 2022 con un +12,6%, ma fa ancora i conti “con l’instabilità internazionale, l’inflazione che erode il potere d’acquisto e una possibile crisi bancaria”. Le aziende rappresentano circa il 15% del manifatturiero, 298mila addetti che contribuiscono al Pil nazionale con 56,5 miliardi di fatturato. Per il design, l’Italia è il primo Paese in Europa per aziende, addetti e fatturato, davanti a Francia e Germania.

Il traino è l’export. Cresce del 13,3%, spinto soprattutto dagli Usa, al secondo posto davanti alla Germania (+9,7%) e dopo la Francia (+9,5%), primo mercato di sbocco. La guerra ha modificato gli scenari: nel 2022 le esportazioni verso la Russia valevano 334 milioni con una flessione sul 2021 del 27,3% (nel 2013 la Russia era la quarta destinazione dell’export per 1 miliardo).

La sostenibilità è entrata nel decalogo della filiera. Che vuole che il “bello” e il “ben fatto” che il Salone del Mobile mette in vetrina continuino ad essere al centro della produzione in ottica green. Affermando “rigenerazione, riparazione
e reimmissione sul mercato e il sistema di riciclo e riuso”. E facendo diventare “plurale la sostenibilità, tra le persone che muovono le imprese”.


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