Politica

Il salto mortale di Calenda col Pd e ora serve Renzi

di Adolfo Spezzaferro -


Carlo Calenda dopo aver sparigliato e mandato in fumo l’alleanza anti-Meloni con il Pd dice che sta lavorando al programma di Azione per la campagna elettorale. Ma tutti sanno, lui per primo, che dovrà fare l’accordo con Italia Viva di Matteo Renzi per evitare di dover raccogliere le firme per presentarsi all’appuntamento del 25 settembre e chiedere il voto, magari a chi ha apprezzato il dietrofront rispetto all’ammucchiata elettorale voluta dal segretario del Pd Enrico Letta. “Sto lavorando a una cosa sola, il programma”, dice Calenda, rispondendo al Tg5 ad una domanda su Renzi che ha subito evocato il terzo polo. “Sto lavorando per costruire un programma solido, sulla scia di quello che abbiamo presentato peraltro con +Europa, che parla di rigassificatori, termovalorizzatori, revisione del reddito di cittadinanza. E basta con la politica del bonus, questo Paese ha bisogno di parlare di come risolvere i problemi”, afferma con la sua consueta flemma un po’ snob l’ex ministro dem dello Sviluppo economico.

Mentre a sinistra tutti lo bersagliano, dicendogli di tutto da traditore fino a fascista (sic!), Calenda risponde colpo su colpo. Quelle di Emma Bonino “sono critiche totalmente in malafede, Emma Bonino sapeva tutto”, commenta in merito agli attacchi dell’ex alleata di +Europa, rimasta nel patto con i dem. “Emma Bonino ha sempre negoziato dalla parte del Pd, e il perché lo dovrà spiegare ai suoi elettori. Come fa una persona che si autodefinisce atlantista a stare con chi è contro la Nato. Bonino sapeva tutto e ha fatto una scelta, una scelta che pagherà in termini di posti”, sentenzia il leader di Azione. Per il volto storico dei Radicali, Calenda “ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e meno che meno dirimenti. Sono personalmente dispiaciuta e politicamente incredula”, aveva detto la Bonino.

“Il Pd prima ha fatto un patto con noi, e poi ha fatto un patto con contenuti contrari con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi, e dice no a tutto, ai termovalorizzatori, con chi in fondo è comunista, perché alla fine della fiera è questa”, continua Calenda. “Io ho detto a Letta, ’se firmi il patto, se formalizzi questo la gente non capirà più niente, diventa un’accozzaglia come con Bertinotti, Turigliatto e Pecoraro Scanio’ – riporta il leader di Azione -. Letta sapeva benissimo che avremmo rotto, lo sapeva +Europa, ma hanno pensato di tenerci dentro dicendoci, ’tanto devi raccogliere le firme’. Raccolgo le firme, perché questa roba qui è inguardabile”. Ecco, quest’ultimo passaggio non è molto credibile: appare più che evidente che Calenda si accorderà con Renzi, visto che il tempo rimasto per raccogliere le firme è agli sgoccioli.

Tra i maggiorenti Pd che si sono scagliati contro l’ex dem oggi leader di Azione come non citare Goffredo Bettini. “Caro Carlo, riparliamone quando avrai capito che il mantra è una pratica induista che non c’entra niente con la Thailandia. Che è buddista e in piccola parte mussulmana. Ancora una volta, non solo in politica, sei in errore”. Così il dirigente nazionale del Pd risponde su Twitter a Calenda che con un cinguettio lo aveva punzecchiato pesantemente: “Goffredo, facciamo una cosa – aveva scritto -, ne parliamo dopo che tu avrai ripetuto come un mantra thailandese ’ho sbagliato a pensare che Conte fosse il nuovo Prodi’ venti volte e siamo a posto così. Poi parliamo di alleanze elettorali”. Questo in risposta a un post sempre di Bettini in cui era accusato di essere spregiudicato e inaffidabile.

L’ex dem se la prende pure con il governatore del Lazio. “Ci incontreremo sul campo uninominale di Roma. Con rispetto”. Così sull’amato Twitter Calenda si rivolge a Nicola Zingaretti, che ha criticato duramente la scelta dell’ex ministro di rompere il patto con il Pd. “Pensate davvero di battere la destra su agenda Draghi con Fratoianni e Bonelli. Suvvia. Solo questo avevo chiesto. Chiarezza. Adesso toccherà a noi offrire una prospettiva di governo seria”, sembra quasi sospirare il leader di Azione.


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