Attualità

Il sogno della generazione Atreju di vincere la mafia e la tutela dei collaboratori di giustizia

di Francesco Da Riva Grechi -


“La mafia ha vinto” è il titolo del libro-intervista che Tommaso Buscetta, a New York, ha scritto con Saverio Lodato, nel 1999, un anno prima di morire. Anticipando la discussione, ma non la sentenza della Corte di Cassazione del 2023, sulla trattativa Stato – Mafia, Buscetta afferma che la mafia “sta ottenendo una grande contropartita: la possibile eliminazione dell’ergastolo ostativo, alcune modifiche del Codice, la discussione sull’articolo 41-bis, il cosiddetto ‘carcere duro’, il discredito dei collaboratori di giustizia”. E poi ancora aggiungeva: “Prevedevo – e ora non mi meraviglio per nulla – le reazioni isteriche di un mondo colluso e complice”. Si parla quindi di collusioni e complicità che sono nelle istituzioni. Qui si rinforza la spirito di indagine sulla trattativa Stato – Mafia, iniziato a divampare all’indomani delle stragi e degli arresti eccellenti degli anni 1992-’93. Ad avviso di chi scrive è stato un errore incolpare del ruolo di intermediari personaggi dello spessore degli ufficiali dei Ros, assolti “perché il fatto non sussiste” anziché “perché non costituisce reato”, e dunque scagionati dalla Cassazione in modo completo. Connivenze e complicità nello Stato sono emerse in infiniti casi e la ricerca della verità non deve mai fermarsi, ma il principio secondo cui la legge è uguale per tutti non deve tradursi nella prassi, tipica del nostro paese, di “divorare i migliori” anziché i peggiori. Il risultato alla fine è stato divisivo più per lo Stato che non per la criminalità organizzata. Combattere la mafia, ha affermato in varie occasioni la Presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, è il punto più alto nel servizio che si pu offrire al proprio paese. La giovane militante della Garbatella, come la premier, esponente di punta della generazione Atreju, è cresciuta nel nuovo millennio durante le fiaccolate di ricordo dei magistrati uccisi e del sacrificio di tanti valorosi esponenti delle forze dell’ordine. Chiara Colosimo è troppo giovane anche per portarsi dentro le ferite di mani pulite e delle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi che tanto ancora insanguinano un po’ ovunque la vita politica italiana. Più volte si è qui ricordato come la premier Giorgia Meloni abbia dichiarato che il richiamo essenziale per la sua vocazione politica sia stata la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ebbene il loro primo e fondamentale successo è stato quello di aver creato anche in Italia un programma di protezione efficace per i collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta, forti della straordinaria esperienza di entrambi sul suolo americano, dove tale programma è stato inventato e dotato di adeguate risorse economiche ed efficaci procedure amministrative. Ogni collaboratore di giustizia stipula un suo “patto con lo Stato” per offrire alla magistratura e alle forze di polizia la versione di chi ha vissuto la mafia dall’interno e può aiutare a sconfiggerla. Troppe volte lo Stato tradisce questo patto e i collaboratori con le loro famiglie si ritrovano esposti ai pericoli delle ritorsioni delle organizzazioni criminali. Questo non deve succedere e questo è il terreno sul quale lo Stato pu e deve vincere la mafia, sconfiggendo anzitutto la sfiducia nelle istituzioni.


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