Attualità

“Il sogno di Basaglia continua nelle strutture”

di Redazione -


di CARMELO RICCOTTI LA ROCCA
Il sogno di Basaglia continua a realizzarsi grazie anche alla collaborazione delle strutture accreditate”. Così Giulia Cappadona – vicepresidente nazionale Fenascop (Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicoterapeutiche) e imprenditrice nel campo della sanità accreditata, con diverse strutture in Sicilia – esordisce nella sua riflessione in occasione del centenario dalla nascita di Franco Basaglia (padre della legge 180 che sancì la chiusura dei manicomi) e della Settimana Mondiale del Cervello.
Giulia Cappadona si inserisce nel dibattito suggerito in questi giorni dalle ricorrenze sopracitate con un pensiero che, di fatto, smentisce il sentire comune ed una serie di dichiarazioni pubblicate su diverse testate giornalistiche. “Troppo spesso – afferma la vicepresidente della Fenascop- si legge che le strutture private accreditate siano il male assoluto perché favorite da una sistema che tende a svuotare la sanità pubblica ad appannaggio di quella privata, appunto”.
“Su questi temi – afferma Giulia Cappadona – i ragionamenti non possono certamente ridursi a frasi fatte, ma sono complessi e devono tenere conto di diversi elementi, a partire proprio dallo stato di salute della sanità”. Rimanendo al tema della Settimana Mondiale del Cervello e del centenario di Basaglia e, scegliendo di voler citare la definizione di salute del cervello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto di divulgare, intendendola come quella condizione attraverso la quale “ogni individuo può realizzare le proprie capacità e può ottimizzare il proprio funzionamento cognitivo, emotivo, psicologico e comportamentale per affrontare le situazioni della vita”, diventa fondamentale valutare l’approccio complessivo di questi aspetti per la salute mentale.
Ecco che la capacità di attuare interventi terapeutici e riabilitativi completi e continuativi, diventa la conditio sine qua non, in assenza di questo, l’obiettivo di cura diventerà impossibile da raggiungere, con il conseguente abbandono proprio di queste persone in una condizione di autogestione della malattia, della propria salute mentale, costruendo di nuovo quelle alte mura dei manicomi, talvolta invisibili e una condizione di isolamento che torna a identificare i “malati mentali” come gli invisibili.
“Proprio il Servizio Sanitario Nazionale – continua la vicepresidente nazionale Fenascop – ha disposto le normative che delegano alla sanità privata accreditata, in un’ottica di collaborazione, l’attuazione dei programmi terapeutici e riabilitativi, con le caratteristiche di programmaticità e continuità necessarie, disponendone le caratteristiche organizzative e strutturali e non da ultimi i budget, per poter così realizzare tali interventi nelle soluzioni della residenzialità come nella semi-residenzialità”.
E da qui il nocciolo della questione: “La condizione attuale – spiega ancora Cappadona – non consente, a quanti necessitano di una prestazione così complessa di poterne fruire, proprio a causa della mancanza di strutture attive, la carenza di personale medico, la mancanza in pianta organica di Psicologi, Tecnici della Riabilitazione, Educatori clinici, Pedagogisti e quanti possono e debbono intervenire all’interno dei processi di riabilitazione”. Si tratta, spiega la vicepresidente Fenascop di “figure invece richieste come indispensabili da standard organizzativi, per consentire l’operatività delle strutture private accreditate . Inoltre la penuria riscontrata a livello nazionale di medici psichiatri, sta mettendo in grande difficoltà il servizio ospedaliero e territoriale tutto, nella capacità di rispondere al bisogno del territorio; rendendo i centri riabilitativi accreditati una risposta al bisogno di cure di quanti diversamente nella loro solitudine sarebbero imprigionati all’interno delle mura invisibili del loro manicomio interiore”.
“Oggi il sogno di Basaglia – conclude Giulia Cappadona – sta continuando a muoversi, con sacrificio e grande senso di responsabilità, all’interno anche delle molte strutture psichiatriche accreditate che ogni giorno scelgono di provare ad abbattere le mura invisibili dei manicomi delle anime”.


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