Cronaca

Il tabaccaio che uccise il ladro è ora accusato di omicidio volontario

di Domenico Pecile -


Da indagato per eccesso di legittima difesa a rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario. Di questo dovrà rispondere Franco Iachi Bonvin, tabaccaio di Pavone Canavese (Torino) che nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2019 sparò e uccise un ladro sorpreso con due complici nel suo negozio. La vittima si chiamava Ion Stavila, originario della Moldavia. La compagna dell’uomo non si costituirà parte civile nel processo in quanto è stata già risarcita. Iachi Bovin sarà giudicato con rito abbreviato, il 10 maggio prossimo, come richiesto dai suoi legali, Mauro Ronco e Sara Rore Lazzaro. “Chiederemo l’assoluzione ai sensi della nuova legge sulla legittima difesa”, è stato il loro primo commento alla notizia del rinvio a giudizio del loro assistito. All’accusa di omicidio volontario si è arrivati dopo che la giudice Valeria Rey aveva chiesto circa un mese fa alla Procura di Ivrea di rivedere il capo di imputazione che in un primo momento era, appunto, di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. Fin qui i dati nudi e crudi che lasceranno spazio adesso ad altre interpretazioni e polemiche politiche. L’imputato era diventato, tra l’altro, un simbolo della lotta politica del leader della Lega, Matteo Salvini, che allora ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno e che nell’occasione aveva pubblicato un post con l’hashtag #iostocoltabaccaio. Anche dopo la prima versione dei fatti che aveva messo in dubbio la legittima difesa, Salvini aveva ribadito che: “Sono e sarò sempre a fianco dell’aggredito, in torto c’è l’aggressore e non l’aggredito”. Ora i legali puntano sulla nuova legge sulla legittima difesa che restringe l’ambito della punibilità aggiungendo tra le giustificazioni di chi commette il fatto anche lo stato di grave turbamento psicologico derivante da una situazione di pericolo. Una tesi questa che dovrà confrontarsi con la proporzionalità tra il danno subito e quello procurato e in passato la Cassazione ha più volte punito chi spara a un ladro in fuga non ritenendo esserci, in quella occasione, alcun rischio per la sicurezza. E questa vicenda è la prima dall’entrata in vigore dalla nuova norma voluta dallo stesso Salvini.


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