Ambiente

Il teleriscaldamento per la decarbonizzazione: AIRU chiede una manovra di convinto sostegno al settore

di Redazione -


Un teleriscaldamento efficiente e rinnovabile può essere fattore determinante sulla strada della decarbonizzazione verso i goals della neutralità climatica al 2050. Si è discusso di questo nel convegno #Teleriscaldamento: il calore che unisce. 40 anni di AIRU per l’Italia, svoltosi a Roma in occasione dei 40 anni di AIRU, l’associazione che dal 1982 unisce gli operatori del settore e sostiene lo sviluppo del teleriscaldamento in Italia.
Al centro del dibattito, il ruolo svolto dal teleriscaldamento nel processo di transizione energetica, oggi ancora più rilevante grazie ai sistemi di quarta generazione, sempre più efficienti nel convogliare l’energia termica di scarto e da fonte rinnovabile localmente disponibile sul territorio per metterla a disposizione delle necessità delle comunità.
Una funzione ribadita dalla ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, guardando a quanto innovativamente applicato in alcune parti d’Italia: “Il teleriscaldamento è una realtà importante, che deve crescere e per la quale servono investimenti pubblici e una sensibilizzazione forte da parte dello Stato, nell’interesse di tutto il Paese. Ci sono diverse regioni che hanno imparato a conoscere i benefici del teleriscaldamento, che consente una significativa riduzione di CO2. Il settore, però può crescere ulteriormente solo con una forte incentivazione pubblica”.
Da più parti, durante l’incontro, ribadita la considerazione del teleriscaldamento come una tecnologia matura, sicura e immediatamente disponibile, che in Italia trova però ancora ostacoli di natura regolatoria, economica e autorizzativa che ne rallentano lo sviluppo. È questa una delle conclusioni a cui è giunto lo studio di Elemens (“Il teleriscaldamento: efficienza e rinnovabili a servizio della decarbonizzazione), commissionato da AIRU. Lo ha illustrato, per Elemens, Tommaso Barbetti: “Lo sviluppo dell’intero potenziale offerto dal teleriscaldamento migliorerebbe l’indipendenza energetica italiana, grazie a una riduzione di 2,12 miliardi di Sm3 di gas naturale importato e un conseguente taglio delle emissioni di CO2 di 5,7 milioni di tonnellate ogni anno”.
Da Rosa Filippini, direttrice di Astrolabio, Amici della Terra, una riflessione sulla situazione energetica alla luce della drammatica attualità del conflitto russo-ucraino: “La guerra ci deve far riflettere sull’assenza di politiche a lungo termine e di grandi investimenti strutturali. I vostri 40 anni sono una lunga storia di un’eccellenza italiana, che si contrappone a questa mancanza di visione nelle politiche energetiche e ambientali”.
Urgenza sulla quale è intervenuta anche Martina Nardi, presidente Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera: “Abbiamo bisogno di una rivoluzione, un’accelerazione mai vista prima. Questo è il momento giusto: tutte le crisi aprono nuovi scenari. Occorre accelerare nei confronti delle rinnovabili. E in questo, il teleriscaldamento può e deve rappresentare un elemento della discussione. Dobbiamo rivoluzionare il sistema in termini di tempi e di incentivi”.
Sull’incertezza della manovra italiana sull’intero scenario dell’energia Luca Squeri, deputato e componente della Commissione Attività produttive ha denunciato “una contraddizione di fondo: un PNIEC incentrato sull’elettrificazione totale non considera il fatto che termico e mobilità sono due settori che rappresentano il 75% del paniere della richiesta di energia. Per questo, avevo ritenuto che tra gli interventi compresi nel Superbonus fosse inserito a pieno titolo anche il teleriscaldamento. È uscita invece una pezza peggio del buco. Perché ora possono beneficiare del Superbonus per il teleriscaldamento solo gli edifici situati nelle zone montane. L’esatto contrario delle condizioni affinché il teleriscaldamento sia efficace. La necessità di emanciparci dal gas – russo in particolare – è diventata consapevolezza, tanto che abbiamo messo in campo 20 miliardi di euro. Soldi che sono serviti anche per abbattere l’IVA sul gas e non sul teleriscaldamento”.
Su questo quadro frammentato insiste lo studio di Elemens: in assenza di meccanismi incentivanti e appositamente definiti per il teleriscaldamento per sostenere gli operatori e aiutare i consumatori, meno del 30% del potenziale individuato potrà essere messo a terra. Da qui, il sollecito di AIRU per l’adozione di un’adeguata programmazione degli interventi. “Servono – dicono in AIRU – meccanismi di sostegno coerenti e stabili sul lungo periodo, condizione necessaria per inviare corretti segnali al mercato, a supporto delle scelte di investimento degli operatori e dei clienti”.


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