Politica

Il Tg1 sbeffeggia la Meloni e alla Rai scoppia la bufera

Anche la Rai contro Meloni e la bufera investe il Tg1. Una battuta di Elisa Anzaldo, giornalista del Tg1, uno dei volti di punta della rete ammiraglia della Rai, su Giorgia Meloni, durante la rassegna stampa mattutina, fa scoppiare una polemica politica che coinvolge la tv di Stato. Il centrodestra chiama in causa i vertici Rai, parlando di “spettacolo indecente” e chiedendo la sospensione della conduttrice. La direttrice Maggioni costretta a richiamare la redazione a “sobrietà ed equilibrio” in campagna elettorale.

di Edoardo Sirignano -

©imagoeconomica


Elisa Anzaldo, volto di punta della testata, fa una battuta sulla leader di Fi. Subito monta la polemica politica. Il centrodestra: uno spettacolo indecente.

Il Tg1 sbeffeggia Meloni e in Rai scoppia la bufera. La giornalista Elisa Anzaldo, durante la rassegna stampa mattutina, intervistando il condirettore del Corriere dello Sport, Alessandro Barbano, si distingue per una battuta di poco gusto nei confronti della leader di Fratelli d’Italia. Il volto noto della televisione nazionale, commentando il cambio di fede calcistica della politica romana, passata secondo Repubblica dai colori biancocelesti a quelli giallorossi, ha sorriso al collega, che aveva dichiarato rispetto alla Meloni “se peccato è, in questo caso non è il peggiore di Giorgia” e ha controbattuto “ce ne sono tanti altri”.

Un commento che non è andato giù alla Lega. Il primo a insorgere, infatti, è Matteo Salvini che chiede l’immediata sospensione dalla partecipazione ai programmi per la cronista dopo uno “spettacolo indecente”. Per il leader del Carroccio è inaccettabile che un volto noto del telegiornale più seguito dagli italiani “si permetta di deridere un leader politico senza contraddittorio e durante un appuntamento informativo. Un comportamento inammissibile, in spregio a tutti i principi della par condicio, che viola qualsiasi codice deontologico”.

Sulla stessa linea si ritrovano i compagni di partito della Meloni. Per Federico Mollicone, tra l’altro commissario di Vigilanza Rai, “la vicenda Anzaldo è il primo simbolo dello spostamento a sinistra dei contenuti informativi. Rispetto alla delibera sulla par condicio, approvata ieri in Parlamento e che entrerà in vigore il 10 agosto, qualcuno fa finta di non sentire”. Non utilizza giri di parole neanche Daniela Santanchè, che rispetto all’incidente afferma: “Devono essere presi provvedimenti immediati, perché è inimmaginabile che il servizio pubblico possa essere utilizzato per esporre un leader politico nazionale a un simile ludibrio pubblico. Chiederò una riunione urgente della Commissione di Vigilanza affinché l’amministratore delegato Fuortes e lo stesso direttore del Tg1, Monica Maggioni, spieghino come sia stato possibile il verificarsi di un tale episodio”. La prima, intanto, a porgere le proprie scuse è la stessa Anzaldo, secondo cui a una battuta venuta male, si starebbero dando “interpretazioni distorte” del suo pensiero. “Nella conversazione con Alessandro Barbano – chiarisce la cronista – ho chiosato sulla metafora calcistica, ma il risultato finale è stato diverso da quello che avrei voluto. Nelle mie intenzioni parlavo ancora di sport. Poiché il tono è stato avvertito come improprio, me ne scuso”. Arriva, intanto, il rimprovero da parte della direttrice del Tg1: “Siamo nel mezzo di una campagna elettorale estremamente complessa – ha dichiarato Monica Maggioni in una nota di redazione – che richiede il massimo della concentrazione e della professionalità”.

La polemica relativa alla rassegna stampa mattutina, però, non è l’unica a caratterizzare la giornata politica del centrodestra. In mattinata, Matteo Salvini, alla vigilia del suo tour in Sicilia, non ha utilizzato parole dolci nei confronti del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: “Sta trasferendo 850 clandestini ammassati a Lampedusa per nasconderli agli obiettivi delle telecamere, annunciando perfino 450mila euro per togliere l’immondizia”.
Tale provvedimento, per il leader del Carroccio, non servirebbe a nascondere il fallimento della sinistra sul fronte-immigrazione: “Nessuna propaganda e nessun finanziamento potranno cancellare questa vergogna internazionale. L’Italia non è il campo profughi d’Europa. Il 25 settembre gli italiani possono voltare pagina”.

Prosegue, intanto, il dibattito politico all’interno della coalizione. Si continuano a cercare caselle per superare i mal di pancia centristi. Nella giornata di ieri, sembrerebbe che siano state date ulteriori rassicurazioni al segretario dello scudo crociato Lorenzo Cesa, che però al momento non commenta quanto sarebbe accaduto nell’ultima riunione di coalizione e ai vari cespugli in cerca di spazi. Risposte, in tal senso, potrebbero già arrivare nella giornata odierna.


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