Economia

Il tracollo delle stable coin algoritmiche lo paga Bitcoin?

Il “sistema” Terra-Luna di Do Kwon annichilito da un attacco alla Soros. E ora Bitcoin fa i conti con la sfiducia

di Giovanni Vasso -


In rete esiste un sito che si chiama “bitcoinisdead.org” che ha raccolto in un database tutti gli annunci della morte della prima criptovaluta al mondo. Un’iniziativa beffarda riassunta in un grafico che si trova sulla home che paragona il valore dell’asset e i titoli dei giornali che ne intonavano il de profundis. Oggi, però, Bitcoin soffre. Ha perduto, in pochi giorni, la metà del suo valore sprofondando sotto la soglia dei 30mila dollari per unità. Ciò è successo perché è imploso il sistema Terra-Luna, sorto attorno alla figura di Do Kwon, e s’è portato appresso la valuta creata dal misterioso Satoshi Nakatomo che, secondo la vulgata internettiana, ha voluto creare la prima blockchain e dunque la moneta digitale per combattere la finanza classica che, col crollo dei mutui subprime del 2008, aveva trascinato il pianeta in una crisi feroce.
Se è la fine di qualcosa, è molto più probabile che lo sia delle cosiddette stable coin algoritmiche che di Bitcoin. Terra (UST) si ancorava al dollaro e avrebbe mantenuto il valore inalterato grazie a Luna, che le fluttuava attorno come un satellite. Ma il gioco non ha retto a un attacco che a molti osservatori ha ricordato quello portato a lira e sterlina nel ‘92 che arricchì smisuratamente il finanziere George Soros. La capitalizzazione di Terra è passata da 14 miliardi di dollari a tre, poi la fine. Causata dall’aver perso il contatto col dollaro, subendo un de-peg, e i mercati l’hanno definitivamente abbandonata. Non ha funzionato, evidentemente, il meccanismo algoritmico che le legava e il sistema delle crypto Terra-Luna ha bruciato miliardi di capitalizzazione in pochissimi giorni passando da quotazioni di tutto riguardo a poco più di zero.
Dal momento che, tra gli asset che Terra tramite Luna aveva acquisito per garantire l’ancoraggio del valore c’era una quantità importante di Bitcoin, ecco come mai s’è registrato il deprezzamento per la prima valuta digitale. Che, inoltre, soffre dell’effetto panico ormai inarrestabile: se fino a poche settimane fa l’idea – condivisa anche da qualche fondo d’investimento – era quella di arricchirsi facilmente acquistando criptovalute, adesso gli investitori hanno paura di ritrovarsi come chi, su Reddit, ha minacciato il suicidio perché ha perduto i risparmi di una vita. A subire contraccolpi rilevanti è stata anche Ethereum, la crypto che si è imposta sul mercato con l’obiettivo di ammazzare Bitcoin mentre tremano anche le stable coin più strutturate, come Tether.
Eppure il mercato delle valute digitali resta importante e, sebbene in drastico calo, il volume d’affari si aggira attorno ai 120 miliardi di dollari. Se questa sarà la volta buona per scrivere la parola fine sulle monete virtuali, è davvero troppo presto (e forse azzardato) ipotizzarlo. Però da qualche mese, dollaro e yuan stanno studiando la loro via digitale. E l’ingresso di queste divise negli attuali listini, dove persino un meme può diventare un asset di tutto rispetto (vedi Doge Coin), potrebbe aprire scenari nuovi e importanti.


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