Politica

Il via libera di Renzi al partito unico traccia la via per le Europee 2024

di Eleonora Ciaffoloni -

CARLO CALENDA AZIONE, MATTEO RENZI ITALIA VIVA


Questo partito unico s’ha da fare. In fretta, sì ma se non subito, almeno entro la fine dell’anno per arrivare in tempo, almeno, alle elezioni europee del 2024.
A dare conferma nella giornata di ieri sulla volontà della formazione di un partito unico del Terzo Polo sono stati i due leader di Azione e Italia Viva, Carlo Calenda e Matteo Renzi. La proposta, partita dal gruppo di Azione e recapitata all’ex premier è stata discussa nella serata di martedì proprio da Matteo Renzi che ha riunito i parlamentari europei e italiani, i consiglieri regionali e i dirigenti di Italia Viva per decidere sul da farsi. Una ventina di interventi dopo la riunione si è conclusa “con il via libera all’accelerazione sul partito unico, anche in tempi stretti, a condizione che sia un percorso democratico dal basso e con impianto culturale rigoroso e partecipato” hanno fatto sapere dall’ufficio stampa del partito.
Una spinta, quella del partito unico, che arriva probabilmente dal risultato non entusiasmante raccolto alle ultime elezioni regionali – complice anche l’astensionismo – dalla lista del Terzo Polo Italia Viva Azione, che era nata cinque mesi fa dall’alleanza Calenda-Renzi e che al debutto delle Politiche del 25 settembre aveva sfiorato l’8%. Un’accelerazione che passa sì da Calenda a Renzi, ma sull’unificazione dei due gruppi l’ex dem dopo la discussione mette dei paletti: “Tutti i passaggi dovranno essere condivisi tra i due partiti d’origine ma anche dal maggior numero di realtà politiche interessate al percorso ma oggi esterne alla federazione. Affinché sia dato maggiore impulso alla costruzione di una casa comune” e aggiunge “è stato inoltre proposto di realizzare subito gruppi unici nelle regioni”. L’obiettivo primario è quello di essere competitivi in vista del 2024 e proprio per questo, le fondamenta devono essere solide. Renzi, dicono fonti del partito, ha dato massima disponibilità, purché si seguano le regole e si faccia “bene” anche se presto.
Sempre sotto lo sguardo vigile del leader di Italia Viva, si sarebbe fatto un passo indietro sulla possibile leadership di Mara Carfagna – al posto di Carlo Calenda – ponendo così fine alle voci di una nuova guida femminile. E non solo. Il via libera di Renzi al partito unico avrebbe tra gli altri paletti, quello di togliere il nome di Calenda – seppur “nuovo” rappresentante – da quello che sarà il nuovo logo del partito, con il benestare dello stesso ex ministro. E così con un unico leader, un unico partito, un unico polo il Terzo Polo punta “a essere decisivo nel 2024 nello scacchiere europeo all’interno della famiglia Renew Europe”.
E in Italia? Il partito di certo potrebbe avere maggiore spessore nell’arco parlamentare, ma nelle alleanze ci sarà da capire il movimento e l’evoluzione dei vari altri partiti all’opposizione. La prima possibile evoluzione è quella relativa alla nuova segreteria del Partito Democratico: se Stefano Bonaccini vincerà – come sembra ormai certo dai sondaggi – le primarie del Pd, potrebbe aprirsi il dialogo tra Terzo Polo e dem, come si era prospettato – ma anche fatto – per le ultime amministrative in Lazio e in Lombardia. Invece, quasi sicuramente, non ci dovrebbe essere alcuno spunto per una alleanza con il Movimento 5 Stelle e Giuseppe Conte e con l’Alleanza Verdi e Sinistra.
Il tempo ha iniziato a scorrere e la strada per il 2024 non è troppo lunga.

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