Il virus dell’irrazionalità
L’attacco ai farmaci a mRNA, la sfiducia nei vaccini in generale, l’astensione dell’Italia sul piano pandemico globale proposto dall’OMS non sono episodi scollegati, ma manifestazioni coerenti di una stessa cultura diffusa: una cultura che alimenta diffidenza, privilegia l’ideologia rispetto all’evidenza scientifica, e disinnesca la responsabilità politica sotto il mantello dell’ambiguità.
La narrazione tossica che ha accompagnato la tecnologia mRNA – dipinta come un misterioso e pericoloso esperimento – ha contribuito a seminare sospetto proprio nel momento in cui la scienza offriva una delle risposte più rapide, sicure ed efficaci alla crisi globale. Gli attacchi non sono mai solo “contro” una molecola, ma contro l’idea stessa di progresso scientifico condiviso, di fiducia nelle istituzioni sanitarie, di collaborazione internazionale.
La recente astensione italiana sul piano pandemico dell’OMS – un documento strategico che punta a prevenire e coordinare la risposta globale a future emergenze sanitarie – è il completamento politico di quello stesso schema culturale: il rifiuto di scegliere, di esporsi, di prendere posizione sulla base delle conoscenze. In nome di un malinteso sovranismo sanitario, si rinuncia a contribuire a una strategia comune proprio mentre il mondo chiede più collaborazione, non meno.
Questa cultura va contrastata con decisione. Perché mina il tessuto stesso delle nostre democrazie: la fiducia nella scienza, nelle istituzioni, nella cooperazione. Sotto la superficie della prudenza si nasconde l’abdicazione alla responsabilità. E non ci si prepara alle prossime pandemie stando alla finestra a guardare. La storia recente ci ha già mostrato il prezzo dell’impreparazione. Lasciarsi condizionare da paure infondate oggi, significa condannarsi a ripetere gli stessi errori domani.
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