Ilaria Salis a rischio, a fine mese il voto Ue sulla revoca dell’immunità
Giornate di tensione per l'eurodeputata italiana. bocciato un suo emendamento sull'Albania, il favore Ue per la revoca della sua immunità
L'europarlamentare a rischio di revoca dell'immunità
Ilaria Salis nuovamente al centro al centro dell’attenzione pubblica e politica. L’attivista italiana detenuta per 16 mesi in Ungheria con l’accusa di aver aggredito militanti neonazisti durante una manifestazione antifascista nel febbraio 2023 e, dopo essere stata eletta eurodeputata con Alleanza Verdi Sinistra, liberata dagli arresti domiciliari grazie all’immunità parlamentare europea, proprio questa immunità ora vede in bilico. E ha poi rimediato giorni fa una sonora bocciatura in sede europea riguardo ad un suo emendamento attraverso il quale puntava ad insidiare la manovra del governo italiano sui centri per gli immigrati in Albania.
L’emendamento di Ilaria Salis bocciato in Ue
L’eurodeputata italiana aveva presentato un emendamento nella Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo insieme allo spagnolo Pernando Barrena Arza. L’obiettivo era bloccare l’accordo tra Italia e Albania che prevede la creazione di centri in Albania per agevolare i rimpatri dei migranti e chiedeva di fermare la sperimentazione dei centri, criticando l’accordo Italia-Albania che, secondo Salis e parte della sinistra europea, non garantisce sufficienti tutele ai diritti dei migranti e rischia di diventare un modello replicabile in altri Paesi. L’emendamento è stato bocciato a larga maggioranza dalla Commissione. La maggior parte dei gruppi politici, inclusi diversi partiti di sinistra europei, non ha sostenuto la proposta. L’emendamento è stato bocciato a larga maggioranza, con 57 voti favorevoli alla relazione sull’Albania e solo 11 contrari, mentre gli emendamenti contrari all’accordo Italia-Albania sono stati tutti rigettati a maggioranza.
Il rischio di revoca dell’immunità parlamentare
Rischiosa oltremodo, poi, per Ilaria Salis la situazione che si prospetta per lei a fine mese. Il 24 giugno la Plenaria del Parlamento europeo dovrà pronunciarsi sulla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare presentata dall’Ungheria. Sul punto, la Commissione giuridica ha già espresso un orientamento favorevole alla revoca, sostenendo che il reato contestato è avvenuto prima del mandato parlamentare e non rientra nelle fattispecie protette dall’immunità. Se la revoca verrà approvata, Salis non perderà il seggio, ma il processo a suo carico in Ungheria potrà riprendere. La sua libertà personale dipenderebbe, da allora, dall’esito del voto e da eventuali ulteriori iniziative politiche o giuridiche a suo carico.
Le mosse in vista del voto
L’eurodeputata ha definito la possibile revoca come una “persecuzione politica certa e spietata”, temendo di tornare “in fondo a quel maledetto pozzo” dove è stata detenuta ingiustamente in Ungheria, in violazione dei suoi diritti fondamentali. E ha denunciato che il processo a suo carico è già politicamente condannato, con il governo ungherese che l’ha pubblicamente etichettata come “criminale” e “terrorista”, anticipando l’esito giudiziario e negando la presunzione d’innocenza. Ha poi lanciato un appello ai colleghi eurodeputati, sottolineando che il voto di fine mese sarà una scelta morale e politica tra il rispetto dello Stato di diritto e la democrazia o il sostegno al regime illiberale di Viktor Orbán, accusato di voler imprimere una svolta nazionalista e autoritaria all’Europa.
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