Ilaria Salis, domani il voto sulla revoca dell’immunità al Parlamento europeo
Per il relatore Lázara l'immunità non può essere un "biglietto per lasciare la prigione"
Domani mattina la Commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri) voterà sulla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare a Ilaria Salis, eurodeputata eletta nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra e iscritta al gruppo The Left. La richiesta arriva dalle autorità ungheresi, nell’ambito di un procedimento penale che la vede accusata di lesioni gravi e associazione a delinquere. I fatti contestati si sono verificati prima della sua elezione al Parlamento europeo, circostanza non di poco per quanto riguarda la decisione circa la revoca dell’immunità. Prima della sua elezione, Ilaria Salis è stata incarcerata a Budapest, dove ha scontato quindici mesi di detenzione preventiva in condizioni che hanno sollevato polemiche a livello internazionale.
Il percorso della procedura parlamentare
Il voto di domani in Commissione Juri rappresenta solo una prima tappa. La decisione definitiva spetterà alla plenaria del Parlamento europeo, che dovrebbe esprimersi con un voto a maggioranza semplice il 7 ottobre a Strasburgo. Il relatore del dossier è lo spagnolo Adrián Vázquez Lázara, eurodeputato del Partito Popolare Europeo (Ppe), che ha sottolineato come l’immunità parlamentare sia uno strumento di tutela dell’istituzione e non dei singoli deputati. Secondo Vázquez, il caso Salis rappresenta una questione delicata: non può diventare un precedente per cui la candidatura al Parlamento europeo diventi un “biglietto per lasciare la prigione”. Insomma, il voto potrebbe segnare un precedente importante non solo per l’eurodeputata italiana, ma per il futuro stesso del rapporto tra immunità parlamentare, giustizia e stato di diritto nell’Unione europea.
La posizione di Ilaria Salis e quella ungherese
Nei giorni scorsi Ilaria Salis ha ribadito la propria posizione con toni netti: “La partita è aperta. Spero vivamente che il Parlamento scelga di non piegarsi all’autoritarismo e ai nuovi nazionalismi aggressivi alla Orbán, e che sappia stare dalla parte della democrazia e dello stato di diritto. Ma, di questi tempi, purtroppo nulla può essere dato per scontato”.
L’eurodeputata italiana cerca dunque di far passare un messaggio per il quale la richiesta di revoca dell’immunità non sarebbe solo una questione personale ma un test politico per l’intera Unione europea. Dal lato ungherese, il governo di Viktor Orbán ha confermato di voler procedere contro Ilaria Salis e, nel frattempo, ha dichiarato il gruppo Antifa – di cui, secondo Budapest, farebbe parte anche l’eurodeputata – come “organizzazione terroristica”. Una mossa che ha ulteriormente infiammato lo scontro politico tra Budapest e Bruxelles.
Il compito della Commissione Juri e gli equilibri politici
Va ricordato che la Commissione giuridica del Parlamento europeo non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del deputato, né valuta la legittimità dei sistemi giudiziari nazionali. Il suo compito è esclusivamente quello di stabilire se l’immunità ostacoli o meno il regolare svolgimento del procedimento giudiziario. Il voto in Commissione Juri sarà segreto, e con ogni probabilità lo sarà anche quello in plenaria. Ilaria Salis può contare sul sostegno del suo gruppo politico, The Left, e dell’intero arco anti-Orbán, che include Verdi e Socialisti. Il nodo resta la posizione del Partito Popolare Europeo, ancora diviso. Un elemento potrebbe però giocare a favore della deputata italiana: anche Péter Magyar, rivale politico interno a Orbán e figura emergente dell’opposizione ungherese, si trova in una situazione analoga. Per questo, i popolari potrebbero essere indotti a votare a favore di Salis, garantendo che lo stesso trattamento venga riservato anche a Magyar.
Torna alle notizie in home