Economia

Imprese, Toyota-TMHMI illustra il suo futuro: focus su investimenti e sicurezza

di Redazione -


Dall’articolo di La Presse – Toyota Material Handling Manufacturing Italy ha aperto il suo stabilimento di Borgo Panigale (Bologna) per spiegare i progetti futuri della società e gli investimenti programmati nel prossimo futuro. Ma anche per illustrare le sue attività, con particolare attenzione al processo produttivo e organizzativo, oltre che alla sicurezza e ai programmi di ricerca e sviluppo dell’azienda produttrice di carrelli elevatori e macchinari per la logistica, segmento italiano della multinazionale giapponese. 

“Lo stabilimento TMHMI di Bologna è cresciuto di 500 persone in sei anni, dato simbolo dello sviluppo portato sul territorio”, spiega l’Ad Michele Candiani, sottolineando come la società abbia in programma nuovi investimenti complessivi per 38 milioni di euro, utili alla costruzione di un nuovo hub logistico e ad aumentare le attività di R&S, condotte insieme alle Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Pisa su temi come la logistica, lo stoccaggio, la movimentazione merci tramite veicoli a guida autonoma. 

Lo stabilimento bolognese, di oltre 70mila metri quadri, interessato dal tragico incidente dello scorso 23 ottobre, è tornato operativo dallo scorso gennaio e punta dunque ora a ingrandirsi. Attivato un sistema di monitoraggio proprio legato ai temi della sicurezza, che permette ai lavoratori di segnalare ogni possibile elemento di rischio, ottenute tutte le necessarie ricertificazioni a operare, per Toyota-TMHMI ora l’imperativo è tornare a crescere. “Volevamo ricucire lo strappo che si è dato lo scorso ottobre, evento drammatico per tutta la nostra comunità”, spiega Candiani, ma anche “girare pagina, ora che tutte le attività sono state completate e che la fabbrica è operativa ed efficiente da mesi”. 

Sulle prospettive di crescita future incombono però l’incertezza legata ai dazi, per quanto il mercato Usa sia marginale nelle vendite della società, ma anche la concorrenza cinese, su cui Candiani auspica “una regolamentazione, anche in chiave europea”, rispetto alla possibilità di competere ad armi pari nei mercati. Quella in arrivo da Est, ad ogni modo, “è concorrenza che si rivolge al settore entry-tier, per chi ha un utilizzo marginale dei beni che produciamo”, spiega l’ad, “non ponendosi dunque in relazione con noi, ai nostri prodotti per performance di alta gamma” realizzati all’interno di mercato che “cresce costantemente, toccando l’anno scorso le circa 200mila macchine prodotte a livello globale”.


Torna alle notizie in home