Attualità

In carcere un suicidio ogni 2 giorni e oltre 10mila detenuti senza posto letto

di Angelo Vitale -


Il suicidio di un detenuto con problemi psichici a Verona – lo stesso carcere dove è detenuto l’omicida di Giulia Cecchettin Filippo Turetta, quattro suicidi in due mesi – un secondo suicidio a Carinola in provincia di Caserta, ad opera di un detenuto disabile. Detenuti fragili, che andrebbero ristretti con maggiore attenzione, il primo sicuramente in una Rems, una residenza speciale: in Italia sono solo 31 anni dopo 49 anni dalla legge di attuazione, circa 600 i posti letto disponibili, altrettanti e forse più quelli in attesa nel frattempo indirizzati a carceri “normali”. Ove però regna il sovraffollamento. Lo denunciano da anni i sindacati della polizia penitenziaria. Lo ammette e lo rileva anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Ogni due giorni un suicidio in carcere, in questi 35 giorni del 2024. Uno scandalo senza fine, superiore a quello riemerso in questi giorni per le condizioni detentive in cui versano in Paesi esteri oltre 2mila cittadini italiani. A farne le spese, detenuti “fragili”, italiani e no. Ma non solo, perché le vicende del sovraffollamento o quelle di storie personali che conducono al suicidio sono ogni volta diverse e poi tutte accomunate da quella che è considerata una sconfitta dello Stato.

“Il carcere non rieduca e non protegge. Bisogna intervenire davanti a questa strage”, commenta il capogruppo Iv alla Camera Davide Faraone. “Secondo i dati del ministero della Giustizia (aggiornati al 31 dicembre 2023) – denuncia il vicesegretario Osopp Aldo Di Giacomo – i 189 istituti possono ospitare 51.179 detenuti. In realtà i detenuti sono 60.166. Tutti gli istituti (a eccezione di quelli in Trentino) sono sovraffollati con 18.894 stranieri. Il sovraffollamento detentivo sfiora il 130 per cento, mentre registriamo carenze organiche di 18mila operatori in meno nella sola Polizia penitenziaria”.


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