Attualità

In Italia è boom per i servizi di streaming. Scatta l’allarme sicurezza degli account

di Mariagrazia Biancospino -


Le novità legate alla “Connected Tv” attraggono ma i crimini informatici trovano terreno fertile

 

In Italia oltre 8 spettatori su 10 (83%) utilizzano i servizi in streaming almeno una volta alla settimana e più della metà degli spettatori (52%) fruisce di contenuti tramite Connected Tv ogni giorno. Lo streaming rappresenta dunque al momento oltre la metà (51%) del tempo settimanale trascorso dal pubblico davanti alla Tv e almeno due terzi (64%) degli spettatori afferma che sceglierebbe i servizi in streaming al posto della tv tradizionale nel caso fossero costretti a una scelta. È quanto emerge dal report “Ctv: Anticipare il futuro” a cura di Harris Interactive per Magnite. Si tratta di un trend attivo da anni, cui l’emergenza pandemica, nel corso degli ultimi dodici mesi, ha dato ulteriore spinta. Senza dubbio, servizi di streaming come Netflix, Hulu, Disney+, Spotify e Apple Music hanno rivoluzionato il settore dell’intrattenimento. Cambiamento che non è passato inosservato ai cybercriminali che hanno trovato il modo di sottrarre le credenziali e rivenderle in modo illegittimo a prezzi scontati. Proofpoint, leader nella cybersecurity, lancia l’allarme e invita gli abbonati alla massima attenzione. Credenziali a rischio, come? Sono tre i modi in cui i cybercriminali possono rubare valide credenziali per i servizi di streaming: malware, credential phishing e credenziali sottratte in precedenza combinate con il riutilizzo delle password. Il malware comprende qualsiasi tipo di codice dannoso distribuito tramite email o siti web e installato su sistemi e server con l’obiettivo di prenderne il controllo. Alcuni sono progettati per trovare informazioni relative agli account e rubare nomi utente, password e informazioni sulle carte di credito. Il credential phishing inizia con un’email che segnala un problema all’account – come difficoltà di pagamento o un aggiornamento dell’indirizzo di fatturazione – e chiede di entrare nell’account per correggerlo. Cliccando sul link si viene portati su un sito molto simile alla home page di quello ufficiale e viene richiesto l’inserimento di nome utente e password, consentendo così agli aggressori di impossessarsi delle credenziali. 

Credenziali sottratte in precedenza/Riutilizzo della password Gli hacker possono ottenere accesso agli account di streaming anche grazie a una combinazione di credenziali precedentemente rubate e riutilizzo della password, pratica definita “credential stuffing”. In questi casi, i cybercriminali prendono nomi utente e password precedentemente rubati e li provano sui servizi di streaming. Una volta ottenute le credenziali di streaming, gli hacker le vendono ad altri che le useranno per accedere a questi servizi senza che l’utente legittimo se ne accorga. Le credenziali rubate vengono vendute a una frazione del prezzo di un abbonamento legittimo, con la raccomandazione di non modificare nome utente o password dell’account in quanto ciò annullerebbe la garanzia. Ma, ancor più importante, la variazione delle credenziali avviserebbe il legittimo titolare dell’account che si accorgerebbe così del furto. Il modo migliore per proteggere le credenziali di streaming è quello di mantenere aggiornati il sistema operativo, i browser e i plug-in e non cliccare mai sui link inseriti nelle email o negli allegati per visitare un sito di streaming, meglio digitare un indirizzo direttamente nel browser e utilizzare sempre una password unica per ogni sito di streaming. Molti servizi di streaming sono in grado di inviare una notifica ogni volta che un nuovo dispositivo si connette all’account. Si tratta di un’opzione che è sicuramente consigliabile selezionare.


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