Economia

In Italia si continua a morire di lavoro

di Cristiana Flaminio -


Ancora tanti, troppi morti di lavoro. In Italia, si continua a morire. Nel silenzio generale, sono soprattutto i più giovani ad andare incontro a rischi mortali. L’ultima tragedia è avvenuta in Toscana. Al consorzio Aquarno a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa. Dove un operaio di 42 anni è scivolato all’interno di una vasca di depurazione mentre stava smontando la copertura di un’altra vasca di ispessimento fanghi insieme a un collega, che risulta ricoverato in gravi condizioni. I sindacati vogliono vederci chiaro. Cgil Pisa, Filctem-Cgil Toscana e Filctem-Cgil Pisa denunciano: “Attendiamo di conoscere dagli organi pubblici di controllo la dinamica esatta di quanto accaduto, ma chiediamo fin da subito con forza che vengano accertate al più presto le eventuali responsabilità sull’accaduto e là dove risultassero colpe o eventuali negligenze su chi doveva far rispettare il rispetto delle norme di sicurezza paghi senza sconto. Dobbiamo mettere in campo ogni sforzo affinché si interrompa la lunga lista dei morti sul lavoro”. Una lista, che a luglio scorso, contava 450 nomi. Troppi. In calo, però, rispetto ai trend degli ultimi anni. Qualcuno coltiva la speranza che, il 2023, possa concludersi con meno di mille morti sul lavoro. Sarebbe un traguardo, considerando i numeri annuali. Ma anche uno è troppo, sarebbe sì un traguardo ma minimo.

L’aspetto più inquietante della vicenda è che gli infortuni con esiti tragici sembrano essere diventati un affare da ragazzi. Stando ai dati dell’osservatorio Vega di Mestre, infatti, i lavoratori tra i 15 e i 24 anni avrebbero il doppio delle possibilità di morire sul lavoro rispetto ai loro colleghi più grandi, in particolare quelli tra i 24 e i 34 anni. Le stime parlano di 14 decessi ogni milione di occupati per i più giovani rispetto a una media di 7,8 per i più grandi.


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