Cultura & Spettacolo

IN LIBRERIA – Il fascino giapponese della semplicità

di Eleonora Ciaffoloni -


Siamo a Jinbōchō, a Tokyo, nel quartiere giapponese delle librerie e delle case editrici. È qui che tra file di vetrine, tra libri usati, nuovi, colorati e sgualciti che ci inoltriamo nel romanzo di Satoshi Yagisawa I miei giorni alla libreria Morisaki (Feltrinelli, 2022 traduzione di Gala Maria Follaco). Proprio questo negozio, un piccolo edificio in legno che appartiene alla famiglia da tre generazioni, è il regno di Satoru, zio di Tatako. Satoru ha dedicato la sua vita ai libri e alla libreria e si è immerso in questo mondo fatto di pagine e di colori da quando la moglie lo ha lasciato.
Non si può dire lo stesso di Tatako, che invece ha deciso di non uscire più di casa da quando l’uomo della sua vita le ha fatto sapere di voler sposare un’altra donna. Una vita che sembra finita, per Tatako, ma a cui lo zio cerca di dare una svolta, seppur piccola, cercando di farle fare un passo verso una nuova socialità. Così Satoru offre alla nipote l’opportunità di trasferirsi al primo piano della libreria, in mezzo alle torri di libri e soprattutto alle persone che entrano ed escono dal negozio pieni di domande e interrogativi.
È lì che, nonostante le delusioni della vita, Tatako troverà il modo – anche e soprattutto grazie alle più appassionate discussioni sulla letteratura, ad incontri in caffetteria e alle rivelazioni sullo zio Satoru – di tornare al godere delle relazioni sociali e affronterà un nuovo modo di comunicare, forse più intimo e più autentico.
Questo libro di Satoshi Yagisawa si legge davvero in qualche giorno, le pagine scorrono con leggerezza, senza mai percepire un momento di stallo. Scorre perché parla di vita quotidiana, di routine, di gesti semplici, abitudinari e legami forti.
Risultano vivide e precise le descrizioni del quartiere di Jinbōchō, un luogo meraviglioso e affascinante e spesso poco conosciuto.
Una nota dolente, se così la possiamo definire, il finale un po’ deludente (di cui non faremo spoiler) e la frettolosa e poco approfondita evoluzione dei personaggi. Probabilmente da un libro di così tanto successo sia nella letteratura giapponese, sia europea ci saremmo aspettati di più. Sembra quasi un vorrei ma non posso. In ogni caso, lo consigliamo per chi sotto l’ombrellone vorrà trovare un po’ di leggerezza.


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