Cultura & Spettacolo

IN LIBRERIA – Tutti su questo treno sono sospetti

di Eleonora Ciaffoloni -


Dopo il successo di Tutti nelle mia famiglia hanno ucciso qualcuno ritorna Ernest Cunningham nel nuovo romanzo di Benjamin Stevenson Tutti su questo treno sono sospetti (Feltrinelli, 2024) con la traduzione di Elena Cantoni. Ernest Cunningham si trova in una situazione difficile. Dopo aver ottenuto notorietà per aver scritto un libro vero-crime sulla sua famiglia, nota per essere coinvolta in omicidi, il suo agente letterario e il suo editore lo pressano per un nuovo lavoro. Tuttavia, trovare l’ispirazione senza mettere a repentaglio la propria vita è una sfida. La soluzione sembra presentarsi quando riceve un invito al Festival Australiano del Giallo. I suoi organizzatori, ispirati da “Assassinio sull’Orient Express” di Agatha Christie, decidono di riunire famosi scrittori di gialli a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia da Darwin ad Adelaide. Durante il viaggio, Ernest ha l’opportunità di interagire con i suoi colleghi e, forse, finalmente trovare l’ispirazione per il nuovo libro.

Ma prima che il treno possa partire, accade un omicidio. Ognuno dei giallisti, per deformazione professionale, inizia a elaborare teorie basate sulle proprie specializzazioni: ci sono quelli che deducono, i medici legali e quelli che analizzano il profilo psicologico del possibile assassino. Tutti a bordo diventano sospetti. Sebbene conoscano bene la teoria della mente di un detective e persino come si commette un crimine, chi tra loro è passato dalla teoria alla pratica? Come nel prequel – anche se questo potrebbe essere un libro a sé – l’autore riconferma la propria capacità narrativa unica, che va a legare la leggerezza, l’ironia e la parte oscura dei delitti in una maniera insolita e originale. Per chi avesse già letto il giallo precedente il rischio è di trovare un racconto ripetitivo, anche se in Tutti su questo treno sono sospetti Stevenson fa un passo in più. L’autore è riuscito a trovare chiavi di interesse innovative insieme al suo marchio di fabbrica rappresentato dal racconto metatestuale. Sembra meno forzato, ma pur sempre rimanendo ricco di colpi di scena – aiutati anche da una scrittura perspicace e tagliente. Una lettura azzeccata per chi, sicuramente, ama i gialli – anche se questi non devono aspettarsi il classico romanzo serio e composto – ma apprezzabile anche a chi ne è meno avvezzo e ne predilige il lato comico e deduttivo.


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