Ambiente

In Venezuela i capelli ripuliscono il lago dal petrolio

di Martina Melli -


Il lago Maracaibo, nel nord est del Venezuela, è tra i laghi più grandi e antichi del mondo. Formatosi circa 36 milioni di anni fa, con una superficie di 13.500 km quadrati, è oggi ricoperto da chiazze di petrolio talmente grandi che possono essere viste dallo spazio. L’inquinamento non è altro che il frutto logorio dei macchinari e della rete di quasi 26mila km di condutture petrolifere sottomarine, in un ecosistema che ospita specie in via di estinzione come i delfini rosa di fiume e i lamantini.

Da anni i funzionari minimizzano il problema, ma Selene Estrach, un’attivista ambientale di 28 anni, ha fondato Proyecto Sirena, una comunity di persone che si dedicano a salvare il lago utilizzando capelli umani e pelo di animali. L’attivista ha iniziato a raccogliere capelli dai saloni di bellezza di tutto il Venezuela (a ottobre si erano iscritti già in 600 per contribuire) arrivando a raccogliere circa sette tonnellate ogni tre mesi. In tutto il Paese inoltre, da mesi sempre più volontari organizzano eventi durante i quali chi vuole può farsi tagliare un po’ della propria chioma.

Nel 1989, Philip McCrory, un parrucchiere dell’Alabama, progettò per la prima volta una rete riempita di capelli da utilizzare dopo le fuoriuscite di petrolio, che la Nasa in seguito testò e trovò efficace. Nel 2018 i ricercatori della University of Technology di Sydney hanno “confermato” questa tecnica, dopo aver scoperto che i capelli assorbono meglio l’olio rispetto ad altri materiali come la cellulosa e il cotone. I capelli infatti sono costituiti da una proteina fibrosa chiamata cheratina che li rende squamosi e per questo altamente assorbenti.

Furono utilizzati capelli anche per pulire la fuoriuscita di petrolio di Cosco Busan del 2007 in California, quella nel Golfo del Messico del 2010 e, nel 2023, il riversamento di greggio nelle Filippine. Una volta raccolti, i capelli vengono infilati in reti simili a collant che vengono collocate nel lago di Maracaibo.
Queste reti (della forma di salsicce galleggianti) circondano le chiazze di petrolio per evitare che si diffondano o si separino. Il materiale biologico viene utilizzato anche per produrre dispositivi simili a stuoie che, una volta disposte sulla riva del Lago, la ripuliscono.


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