Primo Piano

Incapacità letale

di Adolfo Spezzaferro -


La gestione della pandemia è stata – e ciò vale a livello europeo – un misto di sprovveduti allo sbaraglio e di ideologizzazione più o meno spinta per creare la paura necessaria per far accettare lockdown e restrizioni. I due momenti però – e qui sta il dramma – sono ben separati: all’inizio nessuno sapeva cosa fare, quando invece bisognava chiudere le zone dove imperversavano i contagi; dopo, i governi hanno indugiato, chi più chi meno, nel tenere tutto chiuso. Ma le misure messe in campo ricordano l’adagio popolare “Chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi”. Perché come è vero che la pandemia ha trovato più o meno tutti i governi europei impreparati, quello che è successo in Italia è stato il risultato nefasto del combinato disposto di un piano d’emergenza non aggiornato e di carenze strutturali che hanno fatto aumentare a dismisura il numero delle vittime, almeno nella prima fase.
L’immagine plastica di quello che è successo sta in una chat del governo britannico, resa nota dal quotidiano The Telegraph con l’inchiesta The Lockdown Files. Matt Hancock, ex ministro della Salute dell’ex premier Boris Johnson, discute in chat su come “implementare” una nuova variante del virus per “spaventare tutti a morte” (letteralmente “far cagare tutti sotto dalla paura”) e incoraggiare la popolazione ad attenersi alle regole di lockdown. Intanto, Hancock ha chiesto l’immunità sui decessi nelle case di cura.
Non è da meno quello che è emerso dalle chat del governo e delle strutture sanitarie coinvolte in Italia all’epoca dei fatti. I documenti riportati nell’informativa che la Guardia di finanza ha presentato alla Procura di Bergamo nell’ambito delle indagini per epidemia colposa in merito alla gestione della pandemia nella sua prima fase mostrano confusione e impreparazione. E anche qui non manca il cinismo, come quando il segretario generale del ministero della Salute Giuseppe Ruocco (indagato) scrive: “Morirà qualcuno, ma non sparirà l’umanità…”. Emergono le inadeguatezze, riconosciute già allora, come nel caso del capo di gabinetto del ministro della Salute Roberto Speranza (indagato), Goffredo Zaccardi, che in merito ai voli provenienti dalla Cina scrive: “Penso che sia evidente che da Ruocco in giù i nostri non sono stati all’altezza. Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena. Questo non ci avrebbe messo al riparo dal virus totalmente ma dalle responsabilità sì. La gente non sarebbe rientrata in modo incontrollabile”.
Si navigava a vista. Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, il 22 febbraio 2020, quando nel Lodigiano scattava la linea rossa, a proposito dei tamponi di massa scrive: “Il tema è che tutti pensano che il test serva a qualcosa”. Pensiero espresso anche dal direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra: “Ma fare tamponi a tutti adesso è la ca**ata del secolo”, commenta scrivendo allo stesso Brusaferro. Sempre nelle chat emerge poi la totale inadeguatezza del sistema di segnalazione dei casi, con il numero verde che non funzionava correttamente. A tal proposito come dimenticare la colpevole posizione del governo “tachipirina e vigile attesa” che ha fatto arrivare in terapia intensiva tanti contagiati ormai insalvabili.
La questione al centro dell’indagine è quella della mancata zona rossa nei territori di Nembro e Alzano. Era il 5 marzo 2020, il ministro Speranza e Brusaferro si scrivono su WhatsApp: “Conte senza una relazione strutturata non chiude i due Comuni. Pensa che se non c’è una differenza con altri Comuni ha un costo enorme senza benefici”, sono le parole del ministro. Brusaferro replica: “Vedo adesso di farti avere i dati. Avete anche il parere del Cts? O ti serve?”. Il parere diceva di chiudere la Val Seriana, alla luce dei contagi e dell’indice di trasmissione 2. In merito Speranza risponde: “Sì. Parere lo ha spaventato perché dichiara possibilità di altri interventi. Lui dice che ci sono ormai molti Comuni in questa situazione. Quindi ha dubbi che serva”. Sappiamo purtroppo come è andata a finire. Intanto però l’allora premier Giuseppe Conte (indagato) si è ritrovato per le mani la possibilità di governare a lungo, come dice Zaccardi in una chat: “Il Covid allunga la vita a Conte. Vuole arrivare a fine anno con dichiarazioni e Dpcm per colpire Salvini”.


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