Attualità

Inchiesta rimborsi, la verità di Sgarbi

di Angelo Vitale -


Inchiesta rimborsi, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi non ci sta e ribatte colpo su colpo alle accuse, in particolare su quelle che considera “ricostruzioni infondate” costruite su una “manipolazione dei fatti”. Per esempio quella imperniata su “una missione a Messina” dello scorso settembre per la quale il suo staff avrebbe “tentato di annullarla cancellando le impronte digitali”.

Per Sgarbi, invece, “una vicenda limpidissima”. E chiarisce che i suoi Uffici non hanno chiesto nessun “annullamento, ma a una precisa sollecitazione dell’Ufficio missione e rimborsi (giunta via mail) hanno risposto che non vi erano rimborsi da effettuare, sia per il sottosegretario che per il capo segreteria”, quest’ultimo peraltro non presente nell’isola. Solo una dipendente dell’Ufficio che era regolarmente al seguito del sottosegretario  – viene fatto notare – , aveva chiesto il rimborso di un biglietto del treno da Paola a Roma, alla fine non accordato nonostante fosse rientrata a Roma come lo stesso Sgarbi.

Per il sottosegretario, un’inchiesta che punta a delegittimarlo e invece di cercare la verità “come dicono a Napoli, vuole solo fare “ammuìna”, creare confusione, mischiare dati veri ad altri palesemente falsi, gettando ombre e sospetti sull’operato del sottosegretario e dei suoi collaboratori”.

Sulla stessa vicenda, poi, e sulla “cancellazione di impronte digitali”, l’attribuzione di un comportamento illecito, Sgarbi rammenta che si omette di ricordare “che tutte le comunicazioni interne tra gli uffici avvengono telematicamente, cioè tramite posta elettronica. E che di ogni comunicazione vi è traccia”.

Ultima notazione, quella che ribatte circa la “figlia della domestica assunta dal sottosegretario”. Per lui, un “tono sprezzante e anche un po’ razzista con cui si pensa di umiliare una persona preparata e scrupolosa”. La persona in questione è “una ragazza che parla 4 lingue e che si è brillantemente laureata all’Università La Sapienza di Roma in Marketing e Comunicazione. Una ragazza da indicare a modello, figlia di emigrati, che ha studiato con enormi sacrifici, e a cui è stata data una opportunità non perché “figlia di…”, ma perché ha delle competenze acquisite studiando”.


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