Esteri

Incontro Putin-Zelensky. Anche oggi se ne parla domani

Donald Trump appare meno fiducioso rispetto ai giorni precedenti

di Ernesto Ferrante -


Le due settimane inizialmente indicate da Donald Trump per arrivare a una svolta sull’Ucraina, potrebbero non essere sufficienti. Il capo della Casa Bianca ha dichiarato infatti che organizzare un incontro tra il presidente ucraino Voldymyr Zelensky e il leader russo Vladimir Putin è difficile come mescolare “olio e aceto”. “Vedremo se dovrò essere lì o no, ma preferirei di no”, ha detto Trump riferendosi alla sua possibile partecipazione a un prossimo vertice tra i due, aggiungendo: “Preferirei vedere come se la cavano, ma nel frattempo continuano a combattere e a uccidere persone, il che è molto stupido, perché stanno perdendo 7000 persone alla settimana, per lo più soldati”. Un misto di orgoglio e delusione la sua conclusione: “Ho fermato sette guerre e mi piacerebbe fermare anche questa. Pensavo che questa sarebbe stata fattibile, di media difficoltà, ma sta risultando la più difficile”.

Lavrov conferma le resistenze di Zelensky

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha escluso, per ora, il faccia a faccia: “Putin è pronto a incontrare Zelensky quando l’agenda per un vertice sarà pronta, e questa agenda non è affatto pronta”, ha spiegato Lavrov a Nbc News.

Durante il vertice di Anchorage, “il presidente Trump ha suggerito diversi punti che condividiamo e su alcuni di essi abbiamo accettato di mostrare una certa flessibilità” – ha rivelato il capo della diplomazia russa, sottolineando tuttavia che quando il tycoon ha portato queste proposte a Washington, durante i colloqui con Zelensky e i leader europei – “è stato molto chiaro per tutti che ci sono diversi principi che Washington ritiene debbano essere accettati, inclusa l’esclusione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato e la discussione di questioni territoriali, ma Zelensky ha detto no a tutto”.

Rutte parla di armamenti a Kiev

A favore di una soluzione diplomatica non depone la lista della “spesa di guerra” stilata dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, nel corso della sua conferenza stampa a Kiev con Zelensky. “Tre anni e mezzo dopo l’invasione russa su larga scala, l’Ucraina continua a resistere fieramente, e i vostri amici e partner nella Nato continuano a sostenervi. Il nostro supporto è incrollabile e continua a crescere, anche attraverso la nuova Lista di necessità prioritarie per l’Ucraina (Purl), che sostiene un flusso cruciale di armi letali Usa verso l’Ucraina attraverso finanziamenti forniti dagli alleati Nato. In effetti, in meno di un mese, questo ha già comportato 1,5 miliardi aggiuntivi di equipaggiamenti essenziali: difese aeree, munizioni e non solo. Seguiranno altri pacchetti”, ha affermato Rutte.

Orban si rivolge a Trump

Il presidente statunitense Donald Trump è “molto arrabbiato” per l’attacco di un drone ucraino contro l’oleodotto russo Druzhba, che rifornisce di petrolio l’Ungheria, la Slovacchia e altri Paesi dell’Europa centrale. L’episodio, avvenuto nella notte del 13 agosto, ha spinto il premier ungherese Viktor Orban a inviare una nota di protesta al presidente Usa. In una lettera resa pubblica dal partito Fidesz di Orban, il presidente americano ha replicato: “Viktornon mi piace sentire questo. Sono molto arrabbiato. Dillo alla Slovacchia. Sei un mio grande amico”. A riportarne il contenuto è stata la testata statunitense Politico.

Ungheria e Slovacchia hanno chiesto l’intervento di Bruxelles. Durissimo il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó: “Bruxelles deve capire: sono la Commissione Europea, non la Commissione ucraina!”.


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