Indagati eccellenti a Trento e la droga pagata col Pos
Agli arresti domiciliari per corruzione è finito un colletto bianco eccellente, Andrea Villotti (nella foto), capo di gabinetto del governatore trentino Fugatti. È coinvolto come ex presidente della Patrimonio del Trentino nella vendita di un albergo. In un altro filone d’indagine che non lo coinvolge, invece, si parlava di “pizze d’asporto”. Non quelle cotte in forno e pronte per la vendita, ma il nome in codice di ordinazioni telefoniche di cocaina, pagate col Pos. I soldi erano versati in conti correnti e utilizzati non solo nell’acquisto di locali pubblici a Trento e provincia, ma anche di polizze assicurative grazie alla presunta compiacenza di un commercialista e un intermediario assicurativo. “Abbiamo dato un segnale importante alla collettività trentina”, afferma il Procuratore capo, Sandro Raimondi, illustrando i risultati delle quattro operazioni antidroga condotte dalla Guardia di Finanza, in cui sono stati impegnati oltre 200 militari per eseguire 37 misure cautelari personali, tra cui 18 in carcere e 2 ai domiciliari, che hanno delineato la capillarità con cui gruppi di presunti criminali avrebbero gestito attività illecite. Sono stati sigillati anche quattro locali pubblici – il Chalet Tower Pub e Andel Haus di Andalo, il bar Dolce Vita a Trento e il Caffè al Centro di Lavis – ed emessi sequestrati per 12,4 milioni di euro a carico di conti correnti attivi e immobili degli indagati, una società finanziaria che ha in pancia le azioni di due imprese immobiliari e una della ristorazione. Oltre al traffico di sostanze stupefacenti, dal Gip di Trento viene contestato nelle ordinanze cautelari, il riciclaggio, l’autoriciclaggio e il trasferimento fraudolento di valori. Si tratta di una pluralità di indagini iniziate all’epoca del Covid. L’indagine che fa più rumore è quella che fa emergere presunte responsabilità a carico di Andrea Villotti, ex presidente di Patrimonio del Trentino Spa e capo di gabinetto dell’attuale presidente della Provincia, Maurizio Fugatti; il direttore generale, Michele Maistri, ed il responsabile dell’area legale della società pubblica, Rocco Bolner. Come hanno spiegato il Pm Raimondi e il colonnello Danilo Nastasi, comandante delle Fiamme Gialle, le inchieste hanno messo in luce anche illeciti contro la Pubblica Amministrazione. Ad esempio Villotti, Maistri e Bolner sono stati avvicinati dall’imprenditore Alessio Agostini, che aveva messo gli occhi sul Grand Hotel Imperial di Levico Terme, di proprietà pubblica. Nell’intrigo giudiziario è coinvolto pure il commercialista Andrea Pilati. L’ipotesi d’accusa è la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente perché ben prima che il bene fosse messo all’asta sarebbero iniziate le trattative illecite. Dalle carte scaturisce che Villotti tra il giugno 2023 e febbraio 2024, in più occasioni, avrebbe accettato regali da parte di Agostini. Ad esempio una borsa Louis Vuitton del valore di 2.600 euro e un paio di scarpe di lusso da 1.000 euro. L’obiettivo, dicono i finanzieri, era ovviamente quello da parte dell’imprenditore di ottenere l’appoggio dei pubblici ufficiali. Gli inquirenti hanno ripreso e registrato gli incontri, nei quali sarebbero stati pianificati i dettagli dell’operazione che si aggirava sui 10 milioni di euro per l’acquisto della struttura alberghiera termale. Il Gip ha firmato misure cautelari a carico degli indagati ed ha ordinato che per un anno Agostini non possa avere rapporti con la Pubblica Amministrazione, mentre il presidente della Patrimonio del Trentino è stato sospeso per dodici mesi dai pubblici uffici. Il Procuratore Raimondi ha elogiato la professionalità dei finanzieri, i quali hanno indagato anche altri tre gruppi di trafficanti di droga: il primo si muoveva tra Trento e Borgo Valsugana ed era composto da dieci persone; il secondo tra il Trentino, il Belgio e Olanda, ed era composto da sei individui (4 italiani) che avrebbero importato mezzo quintale di droga nel doppiofondo di automobili e avrebbe garantito un profitto illecito di 4,7 milioni di euro; infine, la terza gang composta da altre quattro persone avrebbe reinvestito i soldi della droga nel bar Dolce Vita.
Torna alle notizie in home