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INGRANDIMENTO – Meta e la super multa: 1,2 miliardi per i dati negli Usa

di Eleonora Ciaffoloni -


Violazione della legge europea sulla privacy. Questa l’accusa che è costata a Meta una multa da ben 1,2 miliardi di euro, decisa da parte dell’Autorità garante della privacy irlandese che agisce per conto dell’Unione Europea. Si tratta della più alta sanzione mai inflitta in Europa per questo tipo di reato a cui si aggiunge, sempre da parte dell’Autorità, l’immediata interruzione del trasferimento dei dati personali degli utenti europei di Facebook negli Stati Uniti e la cancellazione (entro sei mesi) di quelli già inviati. La decisione finale della multa è risultato di una indagine che è stata condotta dall’Autorità irlandese, per una violazione che la presidente dell’Edpb (European Data Protection Board) Andrea Jelenik ritiene “molto grave” perché “riguarda trasferimenti di dati personali “sistematici, continuati e ripetitivi”. Secondo L’accusa Meta in violazione del GDPR non avrebbe fatto nulla per proteggere questi dati continuando a trasferirli regolarmente. Un trasferimento di dati enorme per cui la multa così alta, dice Jelenik “rappresenta un segnale forte” per indicare che “gravi violazioni comportano conseguente di grande portata”. La questione del trasferimento dei dati negli Stati Uniti da parte di Meta è sempre stata ritenuto fondamentale vista l’ampia operazione di targeting pubblicitario basata sull’elaborazione dei grandi flussi di dati personali ricevuti dagli utenti. Fino al 2020 il trasferimento di dati era stato protetto da un patto transatlantico, il “Privacy Shield”, che tre anni fa è stato dichiarato illegittimo sulla base di una indagine della corte suprema dell’Unione Europea che aveva scoperto che i dati trasferiti non venivano cancellati dai programmi di sorveglianza degli Usa. Trasferimento di dati molto caro all’azienda di Zuckerberg, tanto che lo scorso anno Meta aveva minacciato che, in caso di impedimento del trasferimento di dati, sarebbe stata costretta a prendere in considerazione la chiusura di Facebook e Instagram in Ue. Ora, di fronte alla multa Meta non ci sta: è “ingiustificata e non necessaria. Faremo ricorso e chiederemo una sospensione delle richieste attraverso i tribunali” scrivono dai piani alti. E aggiungono: “Esiste un conflitto di leggi tra le regole del governo degli Stati Uniti sull’accesso ai dati e il diritto alla privacy europeo, che i responsabili dovrebbero risolvere in estate”. Infatti, un nuovo sistema per la protezione dei dati – concordato tra Ue e Stati Uniti nel marzo 2022 – dovrebbe essere pronto entro luglio. Ma per ora, dicono da Meta “Migliaia di aziende e organizzazioni si affidano alla capacità di trasferire dati tra l’Ue e gli Stati Uniti. La nostra priorità è garantire che i nostri utenti, inserzionisti, clienti e partner possano continuare a utilizzare Facebook mantenendo i propri dati al sicuro”.
La società ha ora cinque mesi di tempo per sospendere qualsiasi futuro trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti, pagare la salatissima multa e conformare le sue operazioni alle regole del Gdpr, ma anche cancellare e riportare in Unione europea tutti i dati precedentemente condivisi.


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