Politica

Intervista a Luca De Carlo: “FdI ha la classe dirigente matura per governare il Veneto”

di Laura Tecce -


In qualsiasi parte del mondo quando si vede la bandiera italiana su un prodotto agroalimentare è garanzia di qualità e di sicurezza alimentare. Quest’ultimo, spesso, è un aspetto sottovalutato ma è invece prioritario sottolinearlo. Non a caso ci copiano per 120 miliardi l’anno: esportiamo e arriviamo, con la nostra straordinaria agroalimentaria, a raggiungere i 70 miliardi quest’anno, ma siamo copiati nel mondo per 120 miliardi, a dimostrazione di una straordinaria capacità di essere attrattivi ma anche del fatto che dobbiamo lavorare per arginare il fenomeno. E lo stiamo facendo”.

Così il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura del Senato, sul cosiddetto Italian Sounding, espressione comunemente usata per definire i prodotti commercializzati all’estero che, pur usando nomi o immagini che richiamano l’Italia, non sono autentici prodotti italiani.

Ma di questi tempi l’Italian Sounding non è certo l’unico problema da affrontare, fra politiche comunitarie non sempre “attente” alla valorizzazione di un settore così strategico per l’Italia, incertezza geopolitica e – dazi al 15% imposti dall’amministrazione Trump.

Senatore De Carlo il nostro patrimonio agroalimentare, soprattutto in questo momento, va valorizzato e tutelato. Partiamo dalla nuova PAC e dal Fondo Unico Europeo.
“Sono due cose distinte, però entrambe creano preoccupazione. La prima, la Politica Comune Agricola, perché c’è una volontà netta della Commissione Ue di tagliare circa 90 miliardi e ovviamente noi siamo assolutamente contrari, in un momento nel quale ci troviamo già ad affrontare una situazione geopolitica complicata e un cambiamento climatico importante. Dall’altra parte invece il Fondo unico Europeo, che unifica le risorse destinate ad agricoltura, welfare e fondi di coesione, per l’agroalimentare italiano può funzionare solo grazie ad un esecutivo attento alle tematiche agricole come il governo Meloni, che è quello che ha destinato più risorse al settore – oltre 12,5 miliardi di euro – ma che con un cambio di esecutivo potrebbe comporterebbe una serie riduzione dei fondi destinati al comparto agricolo. La nostra bocciatura al Fondo Unico va quindi nella direzione della tutela degli agricoltori, affinché qualunque sia il governo essi possano continuare a contare su un fondo a loro dedicato; il rischio del Fondo Unico è che senza centrodestra al governo si torni a quelle politiche scellerate che hanno massacrato l’agricoltura nazionale ed europea negli ultimi anni. Paradossalmente, quindi, oggi potrebbe essere utile, domani non è detto”.

Dazi. Non la preoccupano?
“L’antidoto ai dazi si chiama accordo. Benissimo il governo italiano che ha fatto in modo che l’Europa non rispondesse di pancia ai dazi americani perché questo avrebbe innescato una guerra commerciale con gli Stati Uniti che sono sempre stati nostri alleati e nostro punto di riferimento. Detto questo, i dazi già esistevano su tanti prodotti al 5% e adesso che vengono assorbiti in questo 15% il netto è sostanzialmente un dazio al 10%. Però qual è il grande tema? Che finalmente si mette fine all’incertezza. Gli imprenditori per mesi hanno chiesto certezze: lo spirito imprenditoriale è un spirito resiliente, che si adatta perfettamente ai nuovi scenari e quindi già si sta ragionando su come intervenire e su come esplorare nuovi mercati. Inoltre uno studio ci dice che l’82% dei dazi ad oggi sono assorbiti o dall’importatore o dal consumatore americano che tra un po’ avrà tutte le ragioni per essere arrabbiato nero con Trump. E poi non dimentichiamo che gli americani sono fondamentalmente per il libero mercato”.

Arriviamo al “suo” Veneto. Cosa pensa dell’ipotesi di liste personali e del fatto che FdI non governi una regione del Nord?
“Per quanto riguarda le liste personali credo sia un affare interno alla Lega. Ha ragione il presidente La Russa quando dice che se uno è iscritto ad un partito dovrebbe stare in quella lista se non è il candidato. Anche lo stesso Luca Zaia al primo giro non fece la sua lista personale. Sul fatto di reclamare una regione del Nord, il punto è che FdI ha la classe dirigente matura e giusta per governare la Regione, la metterà sul tavolo a disposizione anche degli alleati, e sono sicuro che sapranno trovare il miglior candidato”.

Olimpiadi Milano Cortina 2026, un grande evento sportivo. Lei ovviamente le seguirà da spettatore “interessato”… Ma anche Zaia ci terrebbe molto a seguirle da governatore…
“Per febbraio 2026 avremmo già votato per un nuovo governo, si voterà nella finestra tra il 22 settembre e il 23 novembre. Detto questo Zaia ha un grande merito per il lavoro fatto, per aver contribuito a far sì che Olimpiadi si svolgano anche nel nostro territorio, un’occasione unica, una vetrina mondiale. E nulla vieta che la sua straordinaria figura possa essere valorizzata anche in quel contesto. Certo, non vedo una motivazione seria per far slittare le elezioni. La democrazia ha dei tempi, ed è giusto che li abbia”.


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