Cultura & Spettacolo

Intervista a Meryl Streep: “Io che per ogni ruolo mi invento un’identità”

di Nicola Santini -


Quasi cinquant’anni di carriera d’attrice, tre premi Oscar vinti per film entrati di diritto nella storia del cinema come Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie e The Iron Lady, oltre a nove Golden Globe e innumerevoli gratificazioni e soddisfazioni ottenute in tutto il mondo. Questa, in estrema sintesi, è Meryl Streep che all’ultima edizione del Festival del Cinema di Cannes ha ritirato la Palma d’Oro d’onore, doveroso tributo a quel suo straordinario percorso umano e professionale che continua a riservare grandi sorprese al pubblico che ha affollato la sala Debussy per la sua attesissima masterclass.
Meryl, adorata per la tua versatilità generalmente cosa ti spinge a scegliere un ruolo e non un altro?
Quando leggo un copione, per me, è fondamentale soprattutto una cosa: meravigliarmi. Sia che si tratti di una commedia divertente che di un film dai toni decisamente drammatici. Ed è stato così sin dall’inizio della mia carriera anche se poi, a un certo punto del mio percorso, da quando sono diventata madre ho cominciato a chiedermi sempre se il mio contributo in un film potesse contribuire a fare del bene al resto del mondo.
Hai mai desiderato fare oltre l’attrice anche la regista o la produttrice?
Molti colleghi e colleghe lo fanno, anche per garantirsi una forte voce in capitolo…
In realtà, ogni volta che finisco di girare un film, cerco di staccare la spina e di ricaricare le pile in vista del prossimo ruolo da interpretare. Apprezzo chi riesce a fare entrambe le cose ma, fondamentalmente, a me interessa solo il punto di vista della recitazione. E questo vale sia per la regia che per la produzione.
Da oltre trent’anni denunci la disparità di trattamento riservata alle donne sul set. A che punto siamo?
Sicuramente ci sono stati progressi, sia nel mio settore che in altri. Ci sono tante colleghe che oggi fanno anche le produttrici ed è anche grazie a loro se nel corso degli anni sono aumentate le sceneggiature con protagoniste e punti di vista prevalentemente femminili.
E’ vero che sei un’incallita cinefila?
Non quanto vorrei, visto che escono sempre più film e serie. Un tempo riuscivo a dedicare il periodo natalizio alla loro visione. Oggi, invece, cerco di non perdermi quelli interpretati dai colleghi con cui ho avuto il piacere di dividere il set ma sono veramente tanti (ha preso parte a quasi 100 film, ndr). Di conseguenza, quando mi capita di incontrarli e si rendono conto che non sono riuscita a vedere il loro ultimo film, non è che faccia una bellissima figura. A parte questo, mi capita anche di fare delle bellissime scoperte. Per esempio, ho apprezzato tantissimo l’attrice francese Camille Cottin nella serie Chiami il mio agente.
Lontana dai riflettori, com’è Meryl Streep?
Una donna normale, come gran parte delle persone che mi seguono. Fuori dal set conduco una vita tendenzialmente semplice, tranquilla e allo stesso tempo impegnativa, visto che ho quattro figli e cinque nipoti che sono anche esigenti. Però tutti quelli che pensano che la mia vita possa essere movimentata come quella delle rockstar, posso assicurare che sia completamente fuori strada (ride, ndr).


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